Demografia italiana: un quadro in evoluzione
Al 1° gennaio 2023, l’Italia contava 59 milioni di abitanti, rappresentando il 13,2% dei 449 milioni di abitanti dell’Unione Europea, posizionandosi così tra i primi paesi per importanza demografica dopo Germania e Francia. Oltre un terzo della popolazione italiana risiede in Lombardia, Lazio e Campania.
Nel 2022, la popolazione italiana ha subito un calo dello 0,1% rispetto al 2021, un decremento solo in parte compensato dall’aumento delle migrazioni. Il decremento demografico ha interessato principalmente il Sud (-0,4%), mentre al Nord si è registrato un recupero di popolazione (+0,2%) dovuto alle migrazioni. La popolazione al Centro è rimasta stabile. Tra gli spostamenti interni dei residenti, uno su tre ha riguardato la direttrice da Sud al Centro-nord, come evidenziato da ‘Noi Italia-100 statistiche per capire il Paese’ di Istat.
Indice di vecchiaia in crescita
L’indice di vecchiaia, al 1° gennaio 2023, ha raggiunto il tasso di 193,1 anziani ogni cento giovani, con un aumento di +5,5 punti rispetto al 2022. Liguria e Sardegna sono le regioni più anziane, mentre Campania e Bolzano sono le più giovani. L’Italia detiene il primato nell’Ue per il più alto indice di vecchiaia.
Nel 2023, la speranza di vita alla nascita della popolazione residente italiana è stata di 81,1 anni per i maschi e 85,2 per le femmine. Si vive più a lungo al Centro-nord, in particolare a Trento, mentre la speranza di vita è inferiore in Campania. L’Italia si colloca tra i paesi europei con la speranza di vita alla nascita più elevata.
Bassa fecondità e calendario riproduttivo posticipato
Nel 2022, il numero medio di figli per donna è stato pari a 1,24 (1,25 nel 2021), un valore che non garantisce il ricambio generazionale (circa 2,1 figli). L’età media della madre al parto è stata di 32,4 anni. L’Italia si posiziona tra i Paesi dell’Ue con la più bassa fecondità e con il calendario riproduttivo più posticipato.
Matrimoni, separazioni e divorzi
Nel 2022, in Italia sono stati celebrati 189.140 matrimoni, registrando una ripresa delle celebrazioni nuziali rinviate a causa della pandemia. Si è sposato di più al Centro-nord rispetto al Mezzogiorno, rispetto al 2021.
Nello stesso anno, si sono registrate 89.907 separazioni (-8,2% rispetto al 2021) e 82.596 divorzi, stabili rispetto all’anno precedente (-0,7%). Il tasso di separazione per 10 mila abitanti (15,2 a livello nazionale) ha raggiunto il valore massimo in Sicilia (19,2) e il minimo nella Provincia autonoma di Bolzano (10,3), mentre il tasso di divorzio ha visto in testa alla graduatoria Liguria (16,3) e Sicilia (16,1); all’ultimo posto si è posizionata Bolzano (9,6).
Sfide demografiche e sociali
I dati demografici italiani evidenziano una serie di sfide importanti per il futuro del Paese. L’invecchiamento della popolazione, unito alla bassa fecondità, pone interrogativi sul sistema pensionistico, sulla sostenibilità del sistema sanitario e sulla forza lavoro futura. Sarà fondamentale mettere in atto politiche mirate per sostenere la natalità, favorire l’inclusione sociale degli anziani e garantire un sistema di welfare sostenibile.