Il corteo dell’orgoglio Lgbt a Budapest
Il 29° “Budapest Pride Festival” si è svolto nella capitale ungherese nel primo pomeriggio, senza segnalazioni di incidenti rilevanti. Gli organizzatori stimano una partecipazione di circa 30.000 persone.
La polizia ha monitorato la situazione, arginando le provocazioni di estremisti che hanno organizzato una contromanifestazione su invito del partito Patria nostra (Mi Hazank). Il partito ha rilasciato una nota in cui accusa il governo di “inginocchiarsi di nuovo davanti alla lobby degli omosessuali”.
Presenze e messaggi del festival
Sul palco, a partire dalle 17:00, erano previsti interventi di solidarietà alla comunità Lgbt da parte del sindaco di Budapest, Gergely Karacsony, rappresentanti di alcuni partiti politici, tra cui il Momentum e il Dk, e l’ambasciatore americano David Pressman.
Secondo gli organizzatori, il Pride di quest’anno rappresenta “una forte protesta non solo contro l’omofobia, ma anche contro il razzismo, e un avvertimento per la crisi ecologica”, nonché una critica alla “crisi della democrazia, minacciata dal populismo di destra”.
L’ombra della legge anti-Lgbt sull’evento
Il Pride di Budapest si svolge in un contesto politico delicato, in cui l’Ungheria è prossima ad assumere la presidenza di turno dell’Ue. La legge contro i Lgbt, considerata discriminatoria dalla Commissione Europea e deferita alla Corte di giustizia dell’Ue, getta un’ombra sull’evento, evidenziando la complessa situazione dei diritti Lgbt nel paese.