La condizione di Amoroso per gli osservatori europei
Il presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne) del Venezuela, Elvis Amoroso, ha posto una condizione esplicita alla partecipazione di osservatori europei alle elezioni presidenziali del 28 luglio: la revoca di tutte le sanzioni imposte dall’Unione Europea al paese. Amoroso, un deputato vicino al presidente Nicolas Maduro, in corsa per un terzo mandato, ha ritirato l’invito agli osservatori europei un mese fa, dopo la ratifica delle misure punitive contro circa 50 funzionari venezuelani.
“Se non toglieranno le sanzioni e il blocco contro il popolo venezuelano, contro i malati, contro gli studenti, contro le persone di una certa età, non c’è assolutamente nulla di cui parlare, né pensare che possano venire in Venezuela, visto che disprezzano tutti i venezuelani”, ha dichiarato Amoroso ai giornalisti dopo un evento ufficiale.
L’invito e l’accordo elettorale
L’invito all’Ue faceva parte di un accordo elettorale firmato lo scorso anno dal governo venezuelano e dall’opposizione alle Barbados, con la mediazione della Norvegia. L’accordo prevedeva la fissazione delle elezioni per la seconda metà del 2024. Oltre all’Ue, a marzo il Cne aveva invitato anche il Carter Center, i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e l’Unione africana a osservare le elezioni.
Un’azione politica o una questione di principio?
La decisione di Amoroso di condizionare la partecipazione degli osservatori europei alla revoca delle sanzioni solleva interrogativi sulla reale intenzione del governo venezuelano. Si tratta di una mossa politica per esercitare pressione sull’Ue o di una questione di principio legata alla percezione delle sanzioni come un’offesa alla sovranità nazionale? È difficile fornire una risposta univoca, ma è evidente che la questione delle sanzioni continua ad essere un punto di attrito tra il Venezuela e la comunità internazionale.