Un’Opera sull’Alienazione del Lavoro Femminile
“Have a good day!” è un’opera musicale frutto della collaborazione di un gruppo di donne lituane, che esplora il tema dello sfruttamento e dell’alienazione del lavoro femminile attraverso la quotidianità di dieci cassiere in un supermercato. Lo spettacolo, ideato dalla musicista Lina Lapelyte su libretto di Vaiva Grainite e con regia e scene di Rugile Bardziukaitez, è stato presentato alla Biennale Teatro di Venezia, segnando un ritorno per il trio che aveva già presentato l’opera installazione “Sun&Sea” alla Biennale Arte del 2019, ottenendo il Leone d’oro per il padiglione lituano.
Le dieci cassiere, vestite con camicette celesti e grembiuli blu, sono allineate sul palco, quasi come robot, immerse in un’attività ripetitiva e meccanicizzata. Il loro lavoro alle casse è scandito da un monotono susseguirsi di frasi come “Hallo! Thank you! Have a good day!” rivolte ai clienti, accompagnate dal bip incessante della pistola scansionatrice, che diventa un suono costante dello spettacolo.
Un Coro di Voci e un’Atmosfera Ossessiva
Le dieci donne, dotate di belle voci, cantano in coro, talvolta accompagnate da un pianoforte suonato dal musicista Kestutis Pavalkis, che indossa la divisa nera della Security. Sebbene non cantino all’unisono, il gioco di sfasamenti e diversificazioni vocali crea un’armonia generale che lascia spazio a identità individuali. Il canto si basa su una ritmica ossessiva e ripetitiva, con un’atmosfera malinconica che si insinua nelle canzoni personali delle cassiere, spaziando da un’intonazione vagamente depressa a una esuberante.
Lo spettacolo si svolge in un’ora circa, con un gioco di luci impazzite e il suono persistente del bip dei codici a barre, che diventa l’unico elemento a emergere costantemente. Il rumore di fondo di un supermercato fa da sfondo all’azione, ora più alto, ora quasi impercettibile.
Un’Opera Potente e Suggestiva
“Have a good day!” è un’opera potente e suggestiva che riesce a catturare l’alienazione del lavoro ripetitivo e il senso di disumanizzazione che può derivare da un’attività lavorativa routinaria. L’uso della ripetitività sonora e visiva crea un’atmosfera quasi ipnotica che coinvolge lo spettatore, facendogli provare in prima persona la monotonia e la stanchezza che caratterizzano la vita delle cassiere.