Un accordo per la privacy
La società di riconoscimento facciale Clearview AI, definita come un vero e proprio “motore di ricerca di visi”, ha raggiunto un accordo negli Stati Uniti che potrebbe rivoluzionare il modo in cui gestisce i dati biometrici dei suoi utenti. Secondo il New York Times, l’accordo permetterà a chiunque riconosca il proprio volto nel database di Clearview di partecipare agli utili dell’azienda, ottenendo il 23% del totale.
Un accordo per evitare la bancarotta
L’accordo arriva dopo che Clearview AI ha rischiato la bancarotta a seguito di un’azione collettiva avviata nel 2020. La società, sostenuta dal miliardario Peter Thiel, possiede un database che vanta oltre 30 miliardi di immagini, la maggior parte provenienti dai social network. L’azienda fornisce accesso al suo database a migliaia di dipartimenti delle forze dell’ordine, tra cui l’Fbi e il Dipartimento per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
L’Italia all’avanguardia nella protezione della privacy
L’Italia è stato uno dei primi paesi a muoversi contro Clearview AI. Nel 2022, il Garante per la privacy italiano ha inflitto una multa di 20 milioni di euro alla società, vietandole di utilizzare immagini di cittadini italiani per alimentare il suo archivio. Questa decisione ha dimostrato l’impegno dell’Italia nella protezione della privacy dei suoi cittadini e ha contribuito a mettere in discussione le pratiche di Clearview AI a livello internazionale.
Il valore dei volti: un calcolo incerto
Secondo il New York Times, se nel database di Clearview AI fosse presente un terzo degli americani, ovvero circa 110 milioni di persone, ognuno riceverebbe circa 27 centesimi di dollari degli attuali 30 milioni di valutazione dell’azienda. Tuttavia, questo calcolo è incerto e dipende da diversi fattori, tra cui il numero effettivo di persone presenti nel database e il valore futuro dell’azienda.
Un compromesso controverso
L’accordo raggiunto da Clearview AI solleva diverse questioni etiche e legali. Da un lato, offre una sorta di “riconoscimento” ai cittadini il cui volto è presente nel database, permettendo loro di partecipare agli utili dell’azienda. Dall’altro lato, l’accordo potrebbe creare un precedente pericoloso, aprendo la strada a una “monetizzazione” dei dati biometrici che potrebbe essere sfruttata da altre aziende.