L’assoluzione dei fratelli Conticini
Il tribunale di Firenze ha emesso una sentenza di assoluzione a favore dei fratelli Conticini, Alessandro, Luca e Andrea, coinvolti in un’inchiesta che li accusava di aver sottratto 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza all’infanzia in Africa.
Le accuse nei confronti dei fratelli Conticini riguardavano l’appropriazione indebita e l’autoriciclaggio per Alessandro e Luca, e il riciclaggio per Andrea. Le indagini, avviate nel 2016, si focalizzavano su donazioni provenienti dalla Fondazione Pulitzer, Operation Usa, Unicef e altri enti umanitari internazionali.
Il processo, iniziato nel giugno 2021, si è concluso con la richiesta di assoluzione da parte del pm Luca Turco per i reati di appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio per “il fatto non sussiste” e “non doversi procedere” in merito al denaro erogato da Unicef per prescrizione del reato di appropriazione indebita.
La reazione di Matteo Renzi
Matteo Renzi, cognato di Andrea Conticini, ha espresso la sua soddisfazione per l’assoluzione del fratello tramite un post su X (ex Twitter), definendo le accuse infamanti e frutto di un massacro mediatico durato otto anni.
Renzi ha sottolineato come le accuse fossero basate sulla tesi di una grande truffa ai danni dei bambini africani e dell’Unicef, definendola “assurda” e “una follia ridicola”. Ha inoltre accusato alcuni partiti politici e media di aver attaccato lui, sua moglie Matilde e le loro figlie per otto anni, a partire dalla campagna referendaria del 2016.
Un processo mediatico e la presunzione di innocenza
L’assoluzione dei fratelli Conticini solleva interrogativi sul ruolo dei media nel processo penale. L’affermazione di Renzi riguardo a un “massacro mediatico” pone l’accento sull’importanza di preservare la presunzione di innocenza durante le indagini e i processi, evitando di alimentare un clima di opinione pubblica che possa influenzare il corso della giustizia.