Un progetto complesso con sfide creative
“Quando devi disegnare la mente, hai carta bianca. Puoi inventare e fare di tutto. È una sfida appassionante”, afferma Jason Deamer, production designer di Inside Out 2, un veterano della Pixar con oltre 26 anni di esperienza alle spalle. Deamer, che ha lavorato a film di successo come Monsters & Co., Alla ricerca di Nemo, Ratatouille, Wall-e e Red, ha affrontato il sequel di Inside Out con entusiasmo, ma anche con una certa dose di presunzione.
“Pensavo: sarà semplice. Abbiamo i personaggi principali e le scenografie, possiamo riutilizzarli. Sbagliavo di grosso!” racconta Deamer. La tecnologia ha fatto passi da gigante dal 2015, anno di uscita del primo film, e questo ha imposto una ricreazione completa del mondo di Inside Out con software all’avanguardia. “Per esempio, nel 2015 Tristezza indossava un maglione bianco piatto. Oggi, la trama è quella della lana vera. Solo il rendering dei vecchi personaggi ci ha occupati per un anno e mezzo”, spiega.
Nuove emozioni per una mente in evoluzione
In Inside Out 2, la protagonista Riley compie 13 anni e la sua mente si arricchisce di nuove emozioni, tra cui Ansia, Imbarazzo, Invidia e Noia. Il regista Pete Docter e l’art director Albert Lozano, ideatori del film originale, hanno stabilito un codice visivo per le emozioni, basato su colore, forma e dimensione. “Rabbia era rosso, quadrato, inamovibile; Paura appena un filo tremolante; Disgusto fatta a triangolo, a spigoli vivi e verdina. Gioia un’esplosione di luce e calore, una stella; Tristezza blu, a forma di lacrima”, spiega Deamer.
Seguendo queste linee guida, le nuove emozioni hanno preso forma: Ansia è stata immaginata come “l’elettricità”, una scarica nervosa capace di deformarsi in modo innaturale; Noia, invece, è fredda e immobile, con il cellulare in mano; Imbarazzo è ingombrante e con un colore che si accende con la vergogna; Invidia è piccola e tenera, con occhi esagerati dal desiderio.
Un team di animatori per un’altalena di umori
Con queste precise indicazioni, un team di 150 animatori ha dato vita a una complessa altalena di umori nel modo semplice e commovente tipico della Pixar. Il risultato è un film che esplora le sfumature della mente adolescente con sensibilità e creatività.
Un cenno particolare va a Nostalgia, una vecchietta con occhiali anni ’50 e chignon bianco, che fa solo un’apparizione nella mente di Riley, ma che sembra pronta a rubare la scena in un eventuale terzo capitolo.
Un sequel che si confronta con l’evoluzione
Inside Out 2 sembra affrontare la sfida di rappresentare l’evoluzione della mente di Riley, ora adolescente, introducendo nuove emozioni e dinamiche. Il fatto che la tecnologia abbia richiesto una ricreazione completa del film originale dimostra la volontà di non riproporre semplicemente la formula vincente del primo capitolo, ma di spingersi oltre, esplorando nuovi territori narrativi e visivi.