La scomparsa di una leggenda del baseball
Si è spento all’età di 93 anni Willie Mays, una delle figure più iconiche e amate del baseball. La notizia della sua morte è stata annunciata dalla famiglia, avvenuta nell’area di San Francisco. Nato nel 1931, Mays è stato soprannominato “The Say Hey Kid” per il suo talento, la sua grinta e la sua esuberanza che lo hanno reso uno dei più grandi giocatori di baseball di tutti i tempi.
Una carriera costellata di successi
Come esterno, Mays ha giocato la maggior parte della sua carriera nella Major League Baseball (MLB) con i New York e San Francisco Giants. Nel 1979, al suo primo anno di eleggibilità, è stato inserito nella National Baseball Hall of Fame, riconoscimento che consacra i più grandi giocatori di baseball.
Nel 1999, The Sporting News, testata giornalistica considerata la Bibbia del baseball, lo ha inserito al secondo posto, dopo Babe Ruth, nella classifica dei migliori cento giocatori di tutti i tempi. La sua carriera si è conclusa con 660 fuoricampo, terzo di tutti i tempi al momento del suo ritiro. Mays condivide anche il primato, con Roberto Clemente, di 12 vittorie del Guanto d’oro.
Un’eredità indelebile
La maglia numero 24 di Mays è stata ritirata dai San Francisco Giants, un gesto simbolico che lo ha consacrato come il più grande giocatore della squadra. Nel 2015, l’allora presidente Barack Obama gli ha conferito la Medal of Freedom, la massima decorazione negli Stati Uniti, a testimonianza del suo contributo allo sport e alla società.
Un’icona che ha ispirato generazioni
La scomparsa di Willie Mays segna la fine di un’era per il baseball. La sua abilità sul campo, la sua personalità magnetica e il suo sorriso contagioso hanno ispirato generazioni di giocatori e appassionati di questo sport. La sua eredità resterà impressa nella storia del baseball, come simbolo di talento, passione e sportività.