Salvini: risultati migliori con meno voti
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha dichiarato oggi a Cremona che il governo attuale, nonostante il calo dei consensi del partito al 9%, sta ottenendo risultati migliori per la Lombardia e per l’Italia rispetto al periodo in cui la Lega aveva il 30% dei voti e governava con il Movimento 5 Stelle.
“Oggi, con questo governo e questa Lega al 9%, stiamo ottenendo di più per la Lombardia e per l’Italia di quando avevamo il 30% dei consensi e c’era l’esecutivo con i Cinque Stelle”, ha affermato Salvini, presente a Cremona per sostenere il candidato sindaco Alessandro Portesani in vista del ballottaggio.
“I voti non si contano, ma si pesano”
Secondo Salvini, la questione non è mai una questione di numeri: “Non è mai una questione di numeri”, ha aggiunto. “Del resto, Bossi insegnava che i voti non si contano, ma si pesano. E aveva ragione: avere il triplo dei voti e non ottenere nulla non mi interessa proprio.”
Nonostante ciò, Salvini ha ribadito l’obiettivo generale della Lega: “Detto questo, è altrettanto evidente che l’obiettivo generale è quello di tornare ad essere il primo partito in Lombarda e in Italia: nessuno gioca per rimanere indietro. Ma intanto abbiamo altri tre anni di governo…”
Salvini glissa sullo strappo di Bossi
Riguardo allo strappo di Bossi, citato da Salvini come esempio, il leader della Lega ha preferito glissare: “Torno a dire che mi occupo dei fatti e non delle chiacchiere. E i fatti sono che in mezzo a mille difficoltà siamo cresciuti rispetto alle politiche e abbiamo conquistato tanti nuovi sindaci. Faccio il ministro delle Infrastrutture e mi occupo di cose concrete, non ho tempo da perdere con le polemiche”.
Un’affermazione controversa
Le dichiarazioni di Salvini, pur ribadendo l’obiettivo di tornare ad essere il primo partito, sembrano suggerire una certa disillusione rispetto al peso dei numeri e un’attenzione maggiore ai risultati concreti del governo. La citazione di Bossi e la sua frase sui voti “che si pesano” potrebbero essere interpretate come un tentativo di giustificare il calo dei consensi della Lega, puntando l’attenzione sull’efficacia dell’azione di governo piuttosto che sulla popolarità.