Accordi economici e migrazione al centro della visita
La visita di Giorgia Meloni in Tunisia ad aprile ha visto la firma di accordi economici per un valore di oltre 100 milioni di euro, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo della Tunisia come partner “prioritario” nel Piano Mattei. La premier italiana ha promesso sostegno all’applicazione del Memorandum d’intesa tra la Tunisia e l’Unione Europea, chiedendo al contempo un maggiore controllo dei flussi migratori irregolari verso l’Italia.
Tra gli accordi siglati, figurano 50 milioni di euro per il bilancio tunisino, focalizzati sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili, in linea con il progetto Elmed di interconnessione elettrica tra i due Paesi. Altri 55 milioni di euro sono stati destinati a un fondo di credito per le piccole e medie imprese tunisine, mentre 9 milioni di euro sono stati stanziati a gennaio per il carburante delle motovedette tunisine impegnate nel contrasto alle migrazioni illegali. Infine, l’Italia ha ceduto alla Garde Nationale tunisina sei motovedette della Guardia di Finanza per un valore di 4,8 milioni di euro.
L’hotspot a Tataouine e le posizioni di Meloni e Saied
Nonostante alcune voci che parlavano di un possibile hotspot nei pressi di Tataouine, nel sud della Tunisia, la premier Meloni ha ribadito che la Tunisia non può diventare un paese di arrivo per i migranti irregolari. Anche il presidente Saied ha confermato questa posizione, rifiutando l’ipotesi di un hotspot nel suo Paese.
Meloni ha sottolineato l’importanza di rafforzare la cooperazione per contrastare il traffico di esseri umani e ha prospettato un’intensificazione dei flussi migratori legali, in particolare attraverso i decreti flussi che, secondo quanto ricordato dalla premier, consentono l’ingresso legale in Italia a circa 12mila tunisini formati.
Critiche al finanziamento delle motovedette tunisine
Il finanziamento italiano per la cessione delle motovedette alla Garde Nationale tunisina è stato contestato da diverse organizzazioni non governative, tra cui AsgI, Arci, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet, che hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio.
Secondo le organizzazioni, il finanziamento violerebbe la normativa nazionale che vieta di finanziare e trasferire armamenti a Paesi terzi responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani.
Un’alleanza controversa
La visita di Meloni in Tunisia evidenzia una strategia italiana che punta a contenere i flussi migratori attraverso accordi economici e cooperazione con i Paesi di origine e di transito. Tuttavia, le critiche sollevate sul finanziamento delle motovedette tunisine sollevano dubbi sulla compatibilità di questa strategia con i diritti umani, soprattutto in considerazione delle preoccupazioni espresse da diverse organizzazioni internazionali riguardo alla situazione dei diritti umani in Tunisia. La questione dei flussi migratori, dunque, continua a essere un terreno di scontro tra interessi economici e politiche migratorie, con implicazioni etiche e giuridiche complesse.