Un’esplorazione visiva del mondo interiore di Francesca Woodman
“Crisalidi”, diretto da Ciro Gallorano e vincitore del premio Biennale College Teatro per la regia under 35, è uno spettacolo teatrale che trae ispirazione dalla vita e dalle opere della fotografa Francesca Woodman, scomparsa tragicamente nel 1981 all’età di 22 anni. Lo spettacolo, privo di parole, si presenta come un’esperienza visiva intensa, che richiama il teatro-immagine degli anni ’70, e si concentra sull’esplorazione di un mondo femminile ferito, in una faticosa e dolorosa ricerca di sé.
Le immagini surrealistiche di Woodman, con i loro echi di un mondo interiore tormentato, sono state tradotte in uno spettacolo che si basa su un linguaggio visivo potente, con movimenti corporei e scenografie evocative. La scena, progettata da Alberto Favretto, è una scatola quasi come un libro che si apre, creando la parete di una casa rovinata con crepe rosseggianti come se fossero state causate dal sangue.
Interpretazioni intense e una scenografia evocativa
Le protagoniste dello spettacolo sono Andreyna De la Soledad e Sara Bonci, che interpreta Francesca Woodman con un’intensità che coinvolge tutto il suo essere, dai capelli alle dita dei piedi. La scena è delimitata da una scrivania e una vasca da bagno, simboli che rappresentano il lato intellettuale e quello interiore della donna, che si muove nello spazio come preda di qualcosa, danzando e cercando di liberarsi da un doppio che la insegue.
Le luci di Sander Loonen contribuiscono alla creazione di un’atmosfera cupa e martellante, mentre i suoni e le musiche creano un’esperienza sensoriale coinvolgente, con echi industriali che sembrano riflettere le ossessioni che tormentano la mente della protagonista.
Un gioco visivo che potrebbe risultare ambiguo
Lo spettacolo, pur attingendo alle immagini di Woodman, rischia di risultare ambiguo per chi non conosce la sua opera. I gesti estetici, pur eleganti, potrebbero apparire come una serie di movimenti fini a se stessi, senza una storia precisa. Il pubblico potrebbe dover ricomporre le scene, cercando di trovare un filo conduttore attraverso libere associazioni, come in una seduta psicanalitica.
Nonostante ciò, lo spettacolo riesce a creare tensione drammatica attraverso una serie di azioni intense, come lo spogliarsi della protagonista, lo spazzolarsi i capelli con violenza, l’acqua gettata sul viso e l’imprigionarsi in una teca di vetro.
Un omaggio visivo all’opera di Woodman
‘Crisalidi’ rappresenta un tentativo coraggioso di tradurre in linguaggio teatrale l’universo visivo di Francesca Woodman. L’utilizzo di elementi scenici e movimenti corporei evocativi riesce a creare un’atmosfera intensa e suggestiva, che cattura lo spettatore e lo invita a riflettere sul mondo interiore tormentato della fotografa. Tuttavia, la mancanza di una narrazione esplicita potrebbe rendere l’esperienza più accessibile a chi conosce l’opera di Woodman.