La decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza significativa riguardante il caso di piazza San Carlo, stabilendo un nuovo processo di appello per l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. I giudici hanno deciso di ricalcolare l’entità della pena, riducendola rispetto alla condanna precedente.
Appendino era stata condannata a 18 mesi di reclusione nel procedimento che ipotizzava, a seconda delle posizioni, i reati di disastro, omicidio e lesioni, tutti in forma colposa. La Cassazione ha confermato la responsabilità penale dell’ex sindaca per tutti i capi di imputazione, dichiarando la responsabilità “irrevocabile”.
Il contesto dei fatti
La sentenza fa riferimento ai tragici eventi accaduti in piazza San Carlo a Torino il 3 giugno 2017, durante la proiezione della finale di Champions League. In quell’occasione, una ondata di panico tra la folla causò il ferimento di oltre 1.500 persone e la morte di una donna, Erika Pioletti.
Le indagini si sono concentrate sulle presunte responsabilità nella gestione dell’evento, con particolare attenzione alla sicurezza e al piano di emergenza. La vicenda ha coinvolto diversi soggetti, tra cui l’ex sindaca Appendino, accusata di non aver garantito adeguate misure di sicurezza.
Un caso complesso con implicazioni importanti
La sentenza della Cassazione rappresenta un punto di svolta nel caso di piazza San Carlo, confermando la responsabilità di Chiara Appendino ma modificando la misura della pena. Questo caso ha sollevato importanti questioni relative alla sicurezza degli eventi pubblici e alla responsabilità dei funzionari pubblici in situazioni di emergenza. La decisione della Cassazione, pur riducendo la pena, contribuisce a far luce su un evento tragico che ha segnato la città di Torino e ha suscitato un ampio dibattito pubblico.