Un sistema di discriminazione istituzionalizzata
Secondo Nada Al-Nashif, vice Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, l’Afghanistan sta vivendo un sistema di discriminazione istituzionalizzata che colpisce in modo particolare donne e ragazze. Questa discriminazione avrebbe avuto conseguenze devastanti sulla salute mentale delle donne, come dimostrato dall’aumento dei suicidi registrato nell’ultimo anno. Al-Nashif ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché non normalizzi o tolli tale discriminazione e violenza sistematica.
Apartheid di genere: un crimine contro l’umanità?
Richard Bennett, relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, ha definito le violazioni contro le donne e le ragazze come potenzialmente gravi e diffuse da poter essere considerate “crimini contro l’umanità, compresa la persecuzione di genere”. Bennett ha sottolineato che le stesse donne afghane hanno utilizzato il termine “apartheid di genere” per descrivere le loro esperienze, sostenendo che tale termine dovrebbe essere riconosciuto come crimine contro l’umanità.
L’urgenza di agire
La situazione in Afghanistan è allarmante e richiede un’azione immediata da parte della comunità internazionale. Le testimonianze delle donne afghane e le dichiarazioni degli esperti ONU evidenziano una situazione critica che necessita di risposte concrete e immediate. La proposta di riconoscere l’apartheid di genere come crimine contro l’umanità potrebbe rappresentare un passo importante per garantire giustizia e protezione alle donne afghane, ma è necessario che la comunità internazionale si impegni concretamente per porre fine a questa discriminazione sistematica.