Un allarmante aumento dei suicidi in carcere
Nel weekend si sono verificati quattro nuovi suicidi nelle carceri italiane, portando il totale dei decessi per suicidio di detenuti a 43 nel 2023. Tra le vittime, 16 persone erano in attesa di giudizio, il che evidenzia un problema sistemico che richiede un’attenta analisi.
L’indagine del Garante dei diritti delle persone detenute
Il Garante dei diritti delle persone detenute sta conducendo approfondimenti sui recenti casi di suicidio, raccogliendo informazioni per comprendere le modalità dei gesti. L’Autorità sottolinea che ogni caso è unico e va considerato alla luce della storia personale, dell’età e del residuo di pena da scontare del detenuto.
L’appello per un uso equilibrato della custodia cautelare
Il Garante invoca da tempo un uso equilibrato della custodia cautelare in carcere, promuovendo l’adozione di misure deflattive come la liberazione anticipata speciale, consentita dalla normativa vigente. Tuttavia, l’articolo 4 bis della legge sull’ordinamento penitenziario pone dei limiti alla concessione di benefici per determinati reati.
Il caso dei due detenuti che avrebbero concluso la pena nel 2026
Due dei quattro suicidi del fine settimana avrebbero dovuto scontare la pena fino al 2026. Questo dettaglio evidenzia come il suicidio possa colpire anche detenuti con un futuro relativamente prossimo alla libertà, sollevando interrogativi sulle condizioni di vita in carcere e sui servizi di supporto offerti ai detenuti.
La complessità del fenomeno
Il crescente numero di suicidi in carcere è un fenomeno allarmante che richiede un’analisi approfondita e un’azione incisiva. Le cause potrebbero essere molteplici, dalla difficile condizione di vita in carcere alla mancanza di supporto psicologico adeguato, passando per il peso della detenzione e la paura del futuro. È necessario investire in programmi di assistenza psicologica e sociale per i detenuti, promuovendo un ambiente carcerario più umano e riabilitativo.