Priorità all’autonomia differenziata
La Camera dei Deputati ha approvato a maggioranza l’inversione dell’ordine del giorno per affrontare in anticipo il disegno di legge sull’autonomia differenziata, rispetto al calendario stabilito. La decisione è stata presa con 53 voti di differenza, come segnalato dal vicepresidente Fabio Rampelli.
Le dichiarazioni del ministro Calderoli
Il ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli ha affermato che la legge sull’autonomia differenziata si basa sulla Costituzione, dichiarando: “Non è questa legge che crea l’autonomia differenziata, è nella nostra costituzione. Può piacere o no, ma stiamo dando attuazione alla Costituzione”.
Il ministro ha inoltre precisato che le risorse non saranno definite nella legge, ma saranno stabilite nelle intese e finanziate attraverso i bilanci. Ha smentito alcune voci che parlavano di un aumento delle risorse per le regioni più ricche, assicurando che la legge prevede esattamente il contrario.
Critiche e dubbi sull’autonomia differenziata
L’approvazione dell’inversione dell’ordine del giorno ha suscitato reazioni critiche da parte di diversi esponenti politici. Marco Sarracino (Pd) ha rivolto un’interrogazione ai colleghi di Forza Italia, chiedendo se si sentissero rassicurati sull’autonomia differenziata, considerando le dichiarazioni del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. Sarracino ha sottolineato che il Sud Italia ha votato in massa contro l’autonomia differenziata.
Angelo Bonelli (Avs) ha accusato il ministro Calderoli di aver “autodenunciato” come il provvedimento paralizzerà l’Italia, in riferimento alla dichiarazione del ministro di voler verificare le risorse necessarie anno dopo anno. Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi Sinistra) ha chiesto al ministro di fornire le cifre relative alle risorse.
Mara Carfagna (Azione) ha ricordato che la Costituzione non è immodificabile e che sarebbe possibile escludere alcune materie dall’autonomia differenziata attraverso una riforma costituzionale. Benedetto Della Vedova (+Europa) ha definito il dibattito sull’autonomia differenziata come un “dibattito da anni ’80 e ’90” che porterà solo nuova spesa pubblica, suggerendo di aprire un dibattito sul federalismo europeo e sul regionalismo italiano in un’ottica moderna.
Un dibattito complesso e divisivo
L’autonomia differenziata è un tema complesso e divisivo che suscita opinioni contrastanti. Se da un lato potrebbe portare a una maggiore efficienza e autonomia decisionale per alcune regioni, dall’altro potrebbe accentuare le disparità tra Nord e Sud Italia, con potenziali conseguenze negative per le regioni meno sviluppate. Sarà fondamentale garantire un processo di attuazione trasparente e equo, che tenga conto delle esigenze di tutte le regioni e che non crei squilibri sociali ed economici.