Un atto politico?
La tomba di Enrico Berlinguer, storico leader del PCI, è stata profanata per la terza volta in meno di due mesi, nello specifico sei giorni dopo l’anniversario della sua morte. L’episodio ha suscitato forti reazioni, con Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra che ha definito l’accaduto “un atto politico” e non un gesto individuale.
“È chiaro che non si tratta di un gesto individuale, ma di un atto politico”, ha affermato Fratoianni, chiedendo alle autorità di intervenire per evitare che l’oltraggio si ripeta. Il politico ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno per chiedere l’individuazione dei responsabili e la loro punizione.
La condanna dei figli di Berlinguer
Anche i figli di Enrico Berlinguer, Bianca, Maria, Marco e Laura, hanno espresso la loro indignazione per l’accaduto, definendo l’azione “vigliacca” e frutto di “mascalzoni”. In un messaggio pubblicato sul profilo Facebook di Bianca Berlinguer, la famiglia ha sottolineato come l’azione non possa essere attribuita ad uno squilibrato, ma abbia un chiaro contenuto politico.
“Ci auguriamo che vengano adottate le necessarie misure per evitare ulteriori oltraggi”, si legge nel messaggio, che evidenzia la preoccupazione della famiglia per la reiterazione di questo tipo di azioni.
Un atto di intolleranza e mancanza di rispetto
La profanazione della tomba di Enrico Berlinguer, per la terza volta in così breve tempo, rappresenta un atto di intolleranza e mancanza di rispetto verso la memoria di un uomo politico che ha segnato la storia italiana. Indipendentemente dalle motivazioni, è importante condannare con fermezza ogni atto vandalico che colpisce luoghi simbolo e figure storiche, promuovendo il dialogo e la condanna di ogni forma di violenza e odio.