Il Pride di Roma alla sua trentesima edizione
Il Pride di Roma ha raggiunto la sua trentesima edizione, con Piazza della Repubblica come punto di partenza della sfilata dell’orgoglio. La parata si snoderà lungo le strade della città, con destinazione finale Viale delle Terme di Caracalla.Tra le bandiere rainbow che sventolano durante la manifestazione, spiccano anche quelle della Palestina, simbolo di solidarietà e sostegno alla causa palestinese.
L’assenza della comunità queer ebraica
L’associazione Keshet Italia ha espresso preoccupazione per un clima di odio antisemita che avrebbe spinto la comunità queer ebraica a non partecipare al Pride di Roma. La decisione di non prendere parte alla manifestazione è stata presa in seguito all’allarme lanciato dall’associazione, che ha evidenziato un contesto di intolleranza e discriminazione.
Il carro del circolo Mario Mieli
Il carro del circolo Mario Mieli, noto per il suo impegno a favore dei diritti LGBTQIA+, presenta sagome di otto conduttori e giornalisti che si sono schierati in difesa della comunità LGBTQIA+.Sul carro sono presenti frasi come “Continua a difendere le tue idee come Serena anche se Giorgia ci rimane male” e “Leggi i monologhi di Antonio anche se Giorgia ci rimane male”, a sostegno dei personaggi televisivi che si sono espressi in favore dei diritti LGBTQIA+.
Un Pride diviso?
Il Pride di Roma, pur essendo un evento che celebra l’inclusione e la diversità, si trova ad affrontare una situazione complessa. L’assenza della comunità queer ebraica, motivata da un clima di odio antisemita, getta un’ombra sull’evento e solleva interrogativi sulla reale inclusione e sulla capacità di creare uno spazio sicuro per tutti. È fondamentale affrontare con serietà le preoccupazioni sollevate da Keshet Italia e lavorare per garantire che il Pride sia davvero un evento aperto a tutti, senza discriminazioni.