La sentenza per l’omicidio di Ottavina Maestripieri
La corte d’assise di Firenze ha condannato a 23 anni di carcere Patrizio Ruscio, 61 anni, per l’omicidio della madre, Ottavina Maestripieri, avvenuto a Pistoia il 1° giugno 2023. La sentenza è stata emessa venerdì pomeriggio dopo due ore di camera di consiglio.
Ruscio, che aveva confessato l’omicidio, avrebbe soffocato la madre, ex negoziante molto conosciuta in città, con un cuscino durante una discussione. Secondo la ricostruzione, il figlio, che aveva alle spalle debiti e problemi giudiziari, si era recato a casa della madre per chiederle denaro, come aveva già fatto in passato. Durante la discussione, potrebbe aver messo il cuscino sul viso della madre, forse per farla tacere, soffocandola.
Fu lo stesso Ruscio a chiamare i soccorsi dopo l’accaduto.
Le richieste del PM e le attenuanti
Il pubblico ministero Leonardo De Gaudio aveva chiesto una condanna a 22 anni di carcere per Ruscio, di cui 21 anni per omicidio volontario e un anno in più per il reato di evasione, dato che Ruscio si trovava ai domiciliari per altra pena, e per indebito utilizzo di carte di credito, poiché dopo il delitto avrebbe usato la Postepay della madre per prelevare alcune centinaia di euro.
Non è chiaro se la corte d’assise abbia riconosciuto delle attenuanti generiche a Ruscio, che potrebbero aver portato alla condanna a 23 anni di carcere anziché ai 22 anni richiesti dal PM.
Un delitto familiare e le sue implicazioni
La vicenda di Patrizio Ruscio è un drammatico esempio di come le dinamiche familiari, spesso intricate e complesse, possano sfociare in tragedia. Il movente del delitto, legato a richieste di denaro e ad una possibile discussione, evidenzia un contesto di difficoltà economiche e di tensioni familiari che hanno portato ad un epilogo tragico. La vicenda solleva interrogativi sulla fragilità dei rapporti familiari e sui meccanismi che possono portare a gesti estremi.