Un mondo in bianco e nero: il Festival Internazionale del Teatro si tinge di speranza
Il 52/mo Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia, diretto da Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte), si apre con la promessa di un'”avventura straordinaria” che animerà la città lagunare e Forte Marghera. Il tema scelto per questa edizione è “Un mondo in bianco e nero”, un titolo che evoca la ricerca di una nuova luce, di un futuro più luminoso. I due curatori, al quarto anno di mandato, promettono un’esperienza ricca di stimoli e di emozioni, con 130 artisti, 55 appuntamenti, 16 prime, di cui 7 produzioni e coproduzioni della Biennale.
“Se non riusciamo a immaginare un mondo migliore e più armonioso – scrivono i due curatori – non avremo mai i mezzi necessari per ricostruirlo. Niger et Albus diviene allora, in questa 52/ma edizione del Festival, la promessa di una nuova luce che si fa strada: ricca di performance e spettacoli magnetici, proseguirà ad appartenere a tutti noi interfacciandosi con le nostre essenze, la curiosità, le nostre aspirazioni, le contraddizioni, le nostre vulnerabilità per stupirci raccontando la metamorfosi di un mondo in perpetuo movimento.”
Nuovi talenti e compagnie di fama internazionale
Il Festival darà spazio alla nuova creatività, con progetti di drammaturghi, registi, performer e giovani artisti selezionati per Biennale College. Tra i nuovi talenti spiccano Stefano Fortin e Carolina Balucani, autori rispettivamente di Cenere e Sleeping Beauty, testi che, dopo le letture sceniche dello scorso anno, debuttano in forma compiuta per la regia di Giorgina Pi e Fabrizio Arcuri.
Sul fronte della drammaturgia, quest’anno sarà la volta di Rosalinda Conti con Così erano le cose appena nata la luce, di cui si vedrà la lettura scenica curata da Martina Badiluzzi; mentre Eliana Rotella e il suo Livido verrà visto sempre sotto forma di lettura scenica per mano di Fabio Condemi.
Il Festival ospiterà anche compagnie di fama internazionale, come i Back to Back Theatre, pluripremiata formazione australiana che trova nella disabilità uno strumento di indagine artistica, vincitrice del Leone d’oro alla carriera, che sarà per la prima volta in Italia alla Biennale con un suo spettacolo, Food Court. Gob Squad Theatre, il collettivo anglo-tedesco che riceverà il Leone d’argento, sarà presente con due opere emblematiche: Creation (Picture for Dorian) ed Elephants in Rooms, installazione visiva a schermi multipli.
Un’esperienza immersiva e innovativa
Niger et Albus si preannuncia come un’esperienza immersiva e innovativa, che coinvolgerà il pubblico in un viaggio alla scoperta di nuove forme di teatralità e di un nuovo modo di essere spettatori. Il Festival si propone di esplorare le tendenze della scena contemporanea, offrendo uno sguardo sulle nuove forme di espressione artistica e sulle nuove sfide che il teatro si trova ad affrontare.
Il Festival sarà un’occasione per riflettere sul ruolo del teatro nella società contemporanea e per interrogarsi sul futuro di questa antica arte. “Un mondo in bianco e nero” non è solo un titolo, ma una dichiarazione di intenti, un invito a guardare al futuro con speranza e con la consapevolezza che il teatro può essere uno strumento di cambiamento e di trasformazione.
Un Festival ricco di promesse
Niger et Albus si presenta come un’edizione ricca di promesse, con un programma che si preannuncia stimolante e innovativo. La scelta di un tema come “Un mondo in bianco e nero” dimostra la volontà di affrontare temi importanti e di proporre una riflessione profonda sul ruolo del teatro nella società contemporanea. Sono particolarmente curioso di vedere come le compagnie di fama internazionale, come i Back to Back Theatre e i Gob Squad Theatre, sapranno interpretare questo tema e di scoprire i nuovi talenti che emergeranno dal Festival.