Un rifugio per la creatività in fuga dalla guerra
“L’aguzzino può essere il nostro vicino di casa, ognuno di noi ha il suo lato diabolico, e ognuno può superarlo con un lavoro di coscienza. La tragedia della guerra civile è che non finisce mai, la sete di vendetta ci divora”: a parlare è Mahamat-Saleh Haroun, regista ciadino, che nel suo film del 2006, Daratt, racconta di un ragazzo di 15 anni che parte armato di una pistola alla ricerca dell’assassino di suo padre, ucciso nel corso della violenta guerra civile.
Questa frase, potente e piena di significato, sintetizza l’essenza di “La diaspora degli artisti in guerra”, un programma che per la prima volta apre le porte al pubblico del Centro Sperimentale di Cinematografia, la scuola di cinema più antica del mondo. Il programma, ideato dal presidente del Centro Sperimentale Sergio Castellitto, nasce dalla consapevolezza che la guerra non solo distrugge vite e territori, ma disperde anche le menti e le anime creative, costringendo gli artisti a lasciare le loro case e le loro radici.
“La parola Diaspora significa “dispersione” e “disseminazione”, ed è patita spesso da tutti coloro che si trovano in paesi in guerra – ha detto Castellitto – ma in realtà ogni artista vero almeno una volta nella vita si è sentito abbandonato e isolato anche nel proprio paese. Ci siamo domandati allora dove fossero quei cineasti, artisti, scrittori divisi e riseminati altrove dai conflitti e dalle guerre. Abbiamo deciso di offrire loro un luogo, il Centro Sperimentale di Cinematografia, che per tre giorni diventa una casa comune dove raccogliere ciò che è stato disperso delle loro idee, dei loro progetti e delle loro frustrazioni. Ricomporre la diaspora degli artisti. Offriamo uno schermo per mostrare le loro opere e un microfono per parlarne. Tra due fronti c’è sempre una terra di nessuno, un lembo deserto, abitato dalla paura ma anche dal desiderio. Vogliamo occupare questa terra, perché diventi luogo di meditazione umana, nello stesso campo aperto dove l’arte per sua abitudine, incontra il sogno”.
Un programma ricco di spunti e di voci
Il programma, curato dal conservatore della Cineteca Nazionale Steve Della Casa, in collaborazione con Giulio Casadei, Massimo Causo, Giulio Sangiorgio, Alena Shumakova, con tutti i docenti del Centro Sperimentale, offre una mostra fotografica su “La diaspora delle donne”, a cura di Antonella Felicioni, e performance degli allievi di recitazione che leggeranno e interpreteranno testi in poesia e prosa sui temi dell’evento.
Si svolgerà in tre sale, appositamente ristrutturate per questo festival di film e di parola che vedrà l’incontro del pubblico con personalità come Alekandr Sokurov, Monsignor Ravasi, lo scrittore David Grossman e il regista Michel Kleifi, il creatore di “In treatment” Hagai Levi, la produttrice premio oscar Elda Ferri, talenti italiani cosmopoliti come Stefano Savona e Giacomo Abbruzzese e due strepitose documentariste nostrane come Costanza Quatriglio e Francesca Mannocchi, oltre a tanti altri autori e cineasti provenienti dalla Siria, dal Congo, dall’Ukraina e da tante altre aree incandescenti del pianeta.
Il programma si può scaricare sul sito del Centro Sperimentale (www.fondazionecsc.it) e per partecipare, gratuitamente, si può mandare una mail a: invito@fondazionecsc.it.
Un invito a riflettere sulla guerra
Edoardo Albinati, in conversazione con Sergio Castellitto, ha definito l’iniziativa un invito “a provare a pensare di nuovo e in maniera sconosciuta, la guerra”. “La diaspora degli artisti in guerra” rappresenta un’occasione unica per riflettere sulla complessità del conflitto, non solo dal punto di vista politico e sociale, ma anche da quello umano e artistico. L’evento offre un palcoscenico per ascoltare le voci di coloro che hanno vissuto in prima persona la violenza della guerra e che hanno trovato nella creatività un modo per esprimere il loro dolore, la loro rabbia e la loro speranza.
Il programma si propone di creare un ponte di dialogo e di comprensione tra culture diverse, offrendo uno spazio per condividere esperienze e prospettive differenti. L’arte, in questo contesto, diventa un linguaggio universale che supera le barriere linguistiche e culturali, permettendo a tutti di entrare in contatto con la realtà di chi vive in zone di conflitto.
Un evento che apre nuovi orizzonti
“La diaspora degli artisti in guerra” rappresenta un evento significativo per il panorama culturale italiano, un’iniziativa che dimostra la capacità del Centro Sperimentale di Cinematografia di aprirsi al mondo e di diventare un luogo di incontro e di confronto per artisti provenienti da diverse realtà. L’evento offre un’occasione unica per riflettere sulla guerra e sulla sua influenza sull’arte, ma anche per scoprire talenti emergenti e per conoscere storie di vita e di resilienza che ci ricordano il potere della creatività di fronte alla violenza.