Nuovo decreto carceri per ridurre il sovraffollamento e garantire i diritti dei detenuti
Il governo italiano sta lavorando su un nuovo decreto carceri che mira a ridurre il sovraffollamento negli istituti penitenziari e a garantire ai detenuti i diritti previsti dalla legge. Lo ha annunciato il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari, partecipando al convegno sulla drammatica condizione delle carceri promosso a Roma dal quotidiano ‘Il Dubbio’. Il decreto prevede una norma che disciplina il procedimento per il riconoscimento dei benefici per i detenuti con buona condotta, semplificando la procedura e alleggerendo il lavoro dei tribunali di sorveglianza, attualmente oberati da oltre 200.000 richieste all’anno. Il decreto non prevede sconti di pena, ma mira a garantire l’applicazione dei diritti già previsti dalla normativa vigente.
Detenzione domiciliare e affidamento in prova: nuove misure per il reinserimento sociale
Un’altra misura in studio è l’istituzione di un albo di comunità per associazioni del terzo settore, già dotate di strutture di accoglienza, per consentire ai detenuti che hanno i requisiti ma non dispongono di una casa di scontare la pena in regime di detenzione domiciliare o di affidamento in prova. Questa misura potrebbe riguardare coloro che hanno un fine pena inferiore ai due anni, oltre a chi è inserito in uno specifico percorso trattamentale, con l’obiettivo di favorire il reinserimento sociale dei detenuti.
Telefonate in carcere: regolamentazione più uniforme e flessibilità per i casi specifici
Il decreto prevede anche una cornice unitaria per la gestione delle telefonate in carcere. Attualmente, il numero di telefonate consentite varia da carcere a carcere, con alcune realtà più permissive rispetto ad altre. Il nuovo decreto mira a uniformare la situazione, garantendo a tutti i detenuti un numero minimo di 6 telefonate al mese. Tuttavia, i direttori delle carceri avranno la possibilità di derogare a questo tetto, a loro discrezionalità, in presenza di esigenze legate al trattamento, come un percorso formativo e lavorativo, o esigenze della sfera affettiva e familiare.
La necessità di un percorso di rieducazione e reinserimento sociale
Il presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco, aprendo i lavori del convegno, ha sottolineato la necessità di un percorso di rieducazione e reinserimento sociale per i detenuti, in linea con il principio costituzionale previsto dall’articolo 27. Greco ha affermato che il fine ultimo è quello del recupero dei detenuti, anche attraverso misure alternative alla detenzione in carcere.
Un passo in avanti per la giustizia italiana?
Il nuovo decreto carceri rappresenta un passo importante per migliorare le condizioni di detenzione in Italia e per garantire ai detenuti i diritti previsti dalla legge. La riduzione del sovraffollamento, la semplificazione delle procedure per il riconoscimento dei benefici e la possibilità di scontare la pena in regime di detenzione domiciliare o di affidamento in prova sono misure positive che potrebbero contribuire al reinserimento sociale dei detenuti. Tuttavia, è importante monitorare l’applicazione del decreto e valutare l’efficacia delle misure introdotte, per garantire che siano realmente in grado di migliorare la situazione carceraria in Italia.