Ricerche in corso per il ragazzo disperso a Trieste
Le ricerche del giovane disperso in mare a Trieste, dopo essersi tuffato tra il molo III e IV, in Porto Vecchio, si stanno concentrando nel bacino, proprio lì dove il ragazzo si è tuffato per poi allargarsi ulteriormente, e proseguiranno fino al tramonto.
La Capitaneria di Porto, che sta coordinando le ricerche, ha reso noto che si valuterà nuovamente la situazione al tramonto. Le ricerche sono riprese soltanto oggi pomeriggio perché tutti gli operatori stamani sono stati impegnati nella nave che rischiava di affondare davanti a Grado.
Il racconto dei testimoni
Nel punto in cui il giovane si è lanciato in acqua, un’area interdetta al pubblico, altri ragazzi erano fermi accanto al mare, dopo aver scavalcato le recinzioni che segnalano la zona chiusa al pubblico. Quando sono usciti dall’area interdetta hanno raccontato di essere pachistani e di dormire in alcuni edifici fatiscenti poco lontano.
“Non lo conoscevamo – hanno detto riferendosi al giovane scomparso – ma tutti parlano di quello che è successo. Speriamo lo trovino. Anche noi veniamo qua in questa zona spesso ma non facciamo il bagno perché l’acqua è alta e ci fa paura.”
La dinamica dell’incidente
Il ragazzo disperso è invece di origine marocchina, ed era in compagnia di alcuni amici e di una ragazza due notti fa. E’ stata quest’ultima a dare l’allarme quando si è resa conto che l’amico, ubriaco, una volta lanciatosi non è più riemerso.
La tragedia del mare e la sicurezza
La tragedia che si è consumata a Trieste ci ricorda l’importanza della sicurezza in mare, soprattutto in zone pericolose come quella in cui è avvenuto l’incidente. La presenza di recinzioni e di cartelli che segnalano la zona interdetta è fondamentale, ma è altrettanto importante che i cittadini siano consapevoli dei rischi e che rispettino le regole. La Capitaneria di Porto sta svolgendo un lavoro importante nel coordinare le ricerche, ma è fondamentale che tutti collaborino per evitare che si verifichino altri incidenti simili.