Un ‘giro’ di telefoni cellulari nel carcere di Cosenza
La Procura della Repubblica di Cosenza ha concluso le indagini su un’organizzazione che avrebbe introdotto telefoni cellulari nel carcere cittadino tra l’ottobre 2022 e giugno 2023. Sono circa 50 le persone indagate, tra cui boss di ‘ndrangheta, familiari dei detenuti e alcuni corrieri.L’inchiesta, condotta dalla Procura di Cosenza, ha portato alla luce 61 episodi di introduzione di telefoni cellulari nel carcere. I dispositivi sarebbero stati utilizzati dai detenuti per comunicare con l’esterno, aggirando le misure di sicurezza del carcere.
Il coinvolgimento di Nicola Campolongo
Tra le persone indagate figura anche Nicola Campolongo, padre del piccolo ‘Coco’, il bambino di 4 anni ucciso a Cassano allo Ionio nel gennaio 2024. L’uomo, secondo quanto si è appreso, sarebbe coinvolto nell’organizzazione che avrebbe introdotto i telefoni cellulari nel carcere di Cosenza. Le indagini, tuttavia, non hanno ancora accertato quale fosse il ruolo specifico di Campolongo nell’organizzazione.La tragedia del piccolo ‘Coco’ ha sconvolto l’Italia, e il coinvolgimento del padre in questa vicenda aggiunge un ulteriore elemento di dolore e di mistero.
Le indagini in corso
Le indagini della Procura di Cosenza continuano, e si concentrano sull’individuazione di tutti i responsabili dell’organizzazione che avrebbe introdotto i telefoni cellulari nel carcere. La Procura sta cercando di ricostruire le modalità con cui i telefoni venivano introdotti in carcere, e di identificare le persone che si avvalevano di questi dispositivi per comunicare con l’esterno.L’inchiesta è particolarmente delicata, e si preannuncia complessa. La Procura dovrà fare luce su un sistema di corruzione e di illegalità che ha permesso a detenuti pericolosi di continuare a operare dall’interno del carcere.
Un sistema di corruzione e di illegalità
Questa vicenda mette in luce un problema serio e diffuso: la presenza di sistemi di corruzione e di illegalità che permettono a detenuti di avere accesso a strumenti di comunicazione vietati. È fondamentale che le autorità prendano provvedimenti efficaci per contrastare questo fenomeno, garantendo sicurezza e ordine all’interno degli istituti penitenziari.