Sottomarino americano a Guantanamo in risposta alla flotta russa
Gli Stati Uniti hanno dispiegato un sottomarino da attacco rapido a propulsione nucleare, l’USS Helena, nella Baia di Guantanamo, a Cuba, in risposta all’arrivo di una flotta navale russa ad Avana. Il Comando Sud degli Stati Uniti ha confermato la presenza del sottomarino, ma ha escluso che il suo trasferimento nell’area sia dovuto a una minaccia percepita dalla presenza delle navi russe. “Non è una sorpresa, li abbiamo già visti effettuare questo tipo di scali portuali. Naturalmente li prendiamo sul serio, ma questi esercizi non sono una minaccia per gli Stati Uniti”, ha dichiarato la portavoce del Pentagono, Sabrina Singh.
La flotta russa ad Avana
La flotta militare russa, composta da una fregata, un sottomarino nucleare, una petroliera e un rimorchiatore di salvataggio, è arrivata ad Avana il 10 giugno e resterà nel porto di Cuba fino al 17 giugno. La presenza della flotta russa nell’area è stata interpretata come un segnale di rafforzamento dei legami militari tra Russia e Cuba, in un contesto di crescente tensione tra Mosca e Washington.
Un’escalation di tensione o una dimostrazione di forza?
Il dispiegamento di un sottomarino americano a Guantanamo in risposta alla presenza di una flotta russa ad Avana è un segnale di crescente tensione tra le due potenze. Sebbene il Pentagono abbia sminuito la situazione, definendola una normale attività di monitoraggio, è difficile non vedere il gesto come una risposta diretta all’arrivo delle navi russe. La presenza di navi militari russe nell’area del mar dei Caraibi, a pochi chilometri dagli Stati Uniti, rappresenta una sfida alla supremazia navale americana nella regione. La situazione potrebbe essere interpretata come un’escalation di tensione, ma potrebbe anche essere una semplice dimostrazione di forza da parte di entrambe le potenze, in un contesto di crescente competizione globale.