La Cassazione conferma la custodia cautelare per Amato
La Corte di Cassazione ha confermato la custodia cautelare in carcere per Giampaolo Amato, l’oftalmologo di 64 anni accusato dell’omicidio della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo. La decisione è stata presa in seguito al ricorso presentato dalla difesa, che aveva contestato la mancanza di motivazione da parte del giudice sull’esistenza di esigenze cautelari. La difesa aveva anche sottolineato l’assenza di violenza psicologica o fisica da parte di Amato nei confronti dell’altra donna con cui aveva una relazione extraconiugale, sostenendo quindi l’assenza di un rischio di reiterazione del reato.
La Cassazione respinge le argomentazioni della difesa
La Cassazione ha respinto le argomentazioni della difesa, sostenendo che il giudizio sulle esigenze cautelari è fondato su “molteplici elementi”, tra cui il movente economico, la gravità dei fatti, la reiterazione dei delitti e la personalità dell’imputato. La Corte ha evidenziato “l’estrema e lucida capacità organizzativa di efferati delitti e la sua cinica e spregiudicata capacità criminale, non altrimenti contenibili se non con la massima misura cautelare”.
Prossima udienza in assise
La prossima udienza in Corte d’Assise si terrà il 18 giugno, durante la quale è previsto l’esame dell’imputato. Il processo è seguito dal procuratore aggiunto di Bologna Morena Plazzi e dal pm Domenico Ambrosino.
Considerazioni
La decisione della Cassazione conferma la gravità delle accuse nei confronti di Giampaolo Amato e la necessità di garantire la sicurezza pubblica. La Corte ha riconosciuto la pericolosità dell’imputato, evidenziando la sua capacità di pianificare e commettere delitti efferati. La decisione pone le basi per un processo equo e imparziale, che dovrà accertare la responsabilità di Amato per i due omicidi.