La sentenza della Cidh
La Corte Interamericana dei Diritti Umani (Cidh) ha emesso una sentenza storica, riconoscendo lo Stato argentino “responsabile” di aver “insabbiato le indagini sull’attentato alla mutualità ebraica Amia di Buenos Aires”, avvenuto il 18 luglio 1994, causando la morte di 85 persone. La sentenza, pubblicata oggi, accusa lo Stato argentino di “non aver indagato con la necessaria accuratezza” le responsabilità dell’attentato e di aver “partecipato all’insabbiamento delle indagini”.
Le accuse della Cidh
La Cidh ha concluso che, a quasi 30 anni dall’attentato, “ancora non ci sono certezze su quanto accaduto, sui responsabili, né sulle ragioni per le quali lo Stato argentino utilizzò il suo apparato giudiziario per insabbiare e ostacolare le indagini”. La Corte ha quindi ordinato “la rimozione di tutti gli ostacoli di fatto e di diritto che mantengono questo caso nella totale impunità, e di avviare, proseguire, promuovere e/o riaprire le indagini necessarie per identificare, perseguire e, se del caso, punire i responsabili degli eventi di questo caso, del loro insabbiamento e, così, essere in grado di stabilire la verità di quanto accaduto, il tutto entro un periodo di tempo ragionevole, nonché altre misure di riparazione”.
La ‘pista locale’ e le aree dei servizi segreti deviati
Le indagini della giustizia argentina hanno sempre privilegiato la pista che attribuisce la responsabilità e l’ideazione dell’attentato al terrorismo islamico. Tuttavia, la cosiddetta ‘pista locale’ e l’eventuale coinvolgimento di aree dei servizi segreti deviati non sono mai state approfondite. La sentenza della Cidh solleva nuovamente la questione dell’insabbiamento e della possibile complicità di alcuni settori dello Stato argentino nel depistaggio delle indagini sull’attentato.
Un passo avanti verso la giustizia
La sentenza della Cidh rappresenta un passo avanti fondamentale verso la giustizia per le vittime dell’attentato all’Amia e le loro famiglie. La condanna per insabbiamento è un segnale forte e inequivocabile che l’impunità non è più tollerabile. È ora necessario che l’Argentina si impegni a dare seguito alle indicazioni della Corte, riaprendo le indagini e perseguendo con determinazione tutti i responsabili, sia diretti che indiretti, dell’attentato e del suo insabbiamento. Solo così si potrà finalmente fare luce su uno dei capitoli più bui della storia argentina e rendere giustizia alle vittime.