La Dda di Catanzaro chiede l’arresto di Pittelli
La Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Catanzaro ha presentato ricorso contro la decisione del Tribunale di Vibo Valentia di rigettare le richieste di arresto per 31 imputati condannati il 20 novembre scorso a conclusione del processo ‘Rinascita Scott’, che ha visto coinvolte le cosche di ‘ndrangheta del vibonese. Tra gli imputati per i quali è stato chiesto l’arresto c’è l’ex senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, condannato a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Le motivazioni della Dda
La Dda ha motivato la richiesta di arresto per l’ex parlamentare con il pericolo di fuga e la possibile reiterazione dei reati. In particolare, la Procura antimafia ha sottolineato “il comportamento tenuto dall’imputato, che nel periodo in cui è stato sottoposto agli arresti domiciliari ha violato più volte le prescrizioni impostegli”. Nel ricorso presentato al Tribunale del riesame, sottoscritto dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla e dai sostituti Antonio De Bernardo e Annamaria Frustaci, si sottolineano anche “i canali istituzionali e il circuito relazionale non lecito di cui Pittelli ha fruito e può ancora fruire”.
Un caso complesso e delicato
Il caso di Giancarlo Pittelli è un esempio di come la lotta alla ‘ndrangheta sia un processo lungo e complesso. La condanna a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa è una dimostrazione della gravità delle accuse nei suoi confronti. La Dda, con la richiesta di arresto, evidenzia il rischio che Pittelli possa fuggire o reiterare i reati. La decisione finale spetta al Tribunale del riesame, che dovrà valutare attentamente le motivazioni della Dda e le eventuali garanzie fornite dalla difesa.