Posizione italiana ferma: no al riconoscimento automatico della genitorialità da surrogazione
L’Italia non accetterà il riconoscimento automatico di genitorialità da surrogazione, indipendentemente dalla modalità con cui essa avvenga. Lo ha ribadito il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenendo al Consiglio Ue Giustizia a Lussemburgo. Nordio ha spiegato che la posizione italiana è fermamente contraria a ogni forma di gestazione per conto di altri, considerata una pratica lesiva della dignità delle donne e dei figli. Il ministro ha sottolineato che questa posizione riguarda indistintamente ogni forma di surrogazione, senza distinzione tra quella con sfruttamento o volontaria.
Nordio ha anche ricordato che le sezioni unite della Corte di Cassazione sui genitori che siano privi di legame biologico con i nati usano il termine “committenti”, evidenziando la posizione critica dell’Italia nei confronti di questa pratica.
Apprezzamento per le soluzioni del gruppo di lavoro, ma con riserva
Il ministro Nordio ha espresso apprezzamento per le soluzioni individuate nel gruppo di lavoro per affrontare la tematica della surrogazione di maternità a livello europeo. In particolare, ha evidenziato l’importanza del riferimento all’eccezione di ordine pubblico, che dovrebbe essere applicabile come limite all’applicazione della legge straniera ai fini dell’accertamento del rapporto genitoriale. Tuttavia, Nordio ha sottolineato che l’Italia auspica che nella prosecuzione dei lavori si presti una scrupolosa attenzione a questi principi.
L’Italia, pur condividendo le finalità della proposta volta a rafforzare la tutela dei diritti fondamentali dei figli in situazioni transfrontaliere, resta fermamente contraria al ricorso a ogni forma di surrogazione di maternità, considerata una pratica lesiva della dignità delle donne e dei figli.
Surrogazione di maternità: un reato in Italia
La realizzazione, l’organizzazione e la pubblicizzazione della surrogazione di maternità costituiscono un reato in Italia, punito con la reclusione fino a tre anni. Il Parlamento italiano è in procinto di approvare una legge che estenda la punibilità della predetta condotta anche dove i cittadini italiani la pratichino fuori dai confini nazionali, anche nell’ipotesi in cui nello stato in cui viene realizzata fosse considerata lecita.
Questa posizione si inserisce in un contesto più ampio di dibattito etico e giuridico sulla surrogazione di maternità, che solleva questioni complesse e delicate, tra cui la dignità della donna, i diritti del bambino e le implicazioni etiche e sociali di questa pratica.
Un dibattito complesso e delicato
La posizione dell’Italia sulla surrogazione di maternità è comprensibile, ma il dibattito su questo tema è complesso e delicato. Da un lato, è importante tutelare la dignità della donna e i diritti del bambino, dall’altro, è necessario riconoscere la diversità delle situazioni familiari e la crescente richiesta di soluzioni alternative alla procreazione naturale. È fondamentale che il dibattito a livello europeo si svolga con attenzione e sensibilità, tenendo conto di tutte le prospettive e cercando di trovare un equilibrio tra le diverse esigenze in gioco.