Il racconto di una vita in cento occhi
“Cento Occhi”, il titolo del memoir di BigMama, è un riferimento ai “cento occhi che mi hanno fatto male per tutta la vita, i cento occhi che mi guardavano e mi giudicavano”, come spiega l’artista 24enne nel libro. “Sono riuscita a chiuderli tutti – continua – costringendoli a guardare solo attraverso i miei occhi”.
Il libro è un’autobiografia che racconta la storia di Marianna Mammone, una ragazza che è cresciuta con la convinzione di non poter fare nulla di grande, di non poter raggiungere i suoi sogni. “Sono cresciuta nella convinzione di non poter fare nulla da grande, che non sarei mai arrivata dove volevo. Per una persona come me sognare era inutile. Tanto non ce l’avrei fatta, ero solo una bambina grassa. Invece io sono molto di più, e adesso ne sono finalmente consapevole”, scrive BigMama.
La scoperta del rap come voce di ribellione
La passione per il rap è nata in BigMama dopo aver assistito a un concerto di Salmo nel 2013. “Fu uno show incredibile, un’iniziazione. Quando tornai a casa non ero più la stessa, come Cenerentola da sfigata a illuminata è stato un attimo”, ricorda l’artista. In quel momento, Marianna intuì che il rap poteva aprirle nuove strade: “A differenza del pop, in cui si parlava di amore, con il rap potevi lamentarti, arrabbiarti, ribellarti, denunciare”.
“Ho capito così – prosegue BigMama – di poter parlare del mio disagio all’interno delle canzoni”.
Il successo a Sanremo e la forza di un esempio
Nel libro, BigMama descrive la gioia provata sul palco dell’Ariston a Sanremo, dove ha partecipato tra i big in gara con il brano “La rabbia non ti basta”. Il Festival è stato un sogno diventato realtà: “Fu un momento magico in cui riuscii a esprimere tutta la mia grinta, a coinvolgere il pubblico. La me bambina mi stava guardando e io dovevo essere forte per lei: guarda dove sono, credici, anche se gli altri dicono che non puoi farcela perché sei grassa, perché sei una donna, perché vieni da una realtà piccola e da una famiglia non benestante, perché sei queer”.
BigMama è diventata un modello per tanti: “Ogni giorno mi arrivano video di bambine e bambini che cantano la mia canzone, significa che il messaggio è arrivato e per me questa è la cosa più importante. Quei bambini e bambine avranno non solo una canzone in cui rifugiarsi quando si sentiranno smarriti, ma l’esempio di una persona reietta che ce l’ha fatta e potranno così credere di potercela fare anche loro. Ci si può sentire sbagliati fin da piccoli e riuscire comunque a raggiungere qualcosa di grande”.
Un messaggio di speranza per il futuro
Nel capitolo conclusivo del volume, BigMama lascia un messaggio di speranza: “Voglio usare la mia storia per dirvi che nessuno è sfortunato, solo che a volte non ci valutiamo abbastanza. Quello che sono ora lo devo anche al passato turbolento che mi ha dato la spinta per andarmi a prendere quello che mi spetta”, conclude l’artista.
“Cento Occhi” è un libro che racconta la storia di una donna che ha lottato per essere se stessa e che ha trovato la sua voce attraverso la musica. È un messaggio di speranza per tutti coloro che si sentono diversi e che lottano per essere accettati per quello che sono.
Un messaggio di speranza e di inclusione
“Cento Occhi” è un libro che si inserisce in un contesto sociale in cui la body positivity e l’inclusione sono temi sempre più importanti. La storia di BigMama è un esempio di come si possa superare le difficoltà e raggiungere il successo anche affrontando le proprie insicurezze e le discriminazioni. Il libro è un invito a credere in se stessi, a non arrendersi mai e a combattere per i propri sogni, indipendentemente dalle difficoltà che si incontrano lungo il cammino.