Lo smascheramento e il “delirio lucido”
Alessandro Impagnatiello, l’ex barman accusato dell’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano, ha subito “un vero e proprio psicotrauma” dopo essere stato smascherato dalle due donne con cui aveva relazioni parallele. Lo ha detto in aula lo psichiatra Raniero Rossetto, incaricato della consulenza difensiva, descrivendo un uomo che ha perso il senso della realtà e ha sviluppato un “delirio lucido”.
“Nel primo colloquio mi ha rappresentato l’immagine della scacchiera. Lui si sentiva lo scacchista che doveva tenere sotto controllo tutti i movimenti della scacchiera e lo faceva con le bugie”, ha spiegato Rossetto. “Rispetto a tutto questo e soprattutto allo smascheramento, lui ha perso un po’ il senso della realtà. Non parlo di capacità o incapacità di intendere e volere, perché non siamo in ambito peritale. Però questo è successo. È il cosiddetto ‘delirio lucido’: pure chi delira può essere lucido”
Il veleno e il piano criminoso
Secondo Rossetto, Impagnatiello non avrebbe progettato di eliminare Giulia, ma avrebbe somministrato il veleno per sopprimere il feto, che rappresentava una “variabile” nel suo “piano criminoso”. “La cosa che a un certo punto non riusciva a controllare era proprio il nascituro”, ha aggiunto lo psichiatra.
“Nel suo piano criminoso non era prevista una difesa post omicidiaria”, ha precisato Rossetto. “Con il veleno, del quale tuttavia l’imputato non ha mai parlato con i consulenti, lui mirava a sopprimere il feto, che rappresentava una variabile nella sua scacchiera, non tanto per motivi economici quanto per motivi di stato mentale suo.”
Il disturbo di personalità di Impagnatiello
La psicologa Silvana Branciforti, che ha somministrato i test per la consulenza, ha parlato di “un disturbo della personalità di tipo paranoide” e con “una parte ossessiva”.
Considerazioni
Le dichiarazioni dello psichiatra Rossetto aprono nuovi scenari nel processo per l’omicidio di Giulia Tramontano. La tesi del “delirio lucido” e del tentativo di sopprimere il feto, se confermata, potrebbe portare a un’attenuazione della pena per Impagnatiello. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la responsabilità per la morte di Giulia ricade esclusivamente sull’imputato. La complessità del caso e la possibile presenza di un disturbo di personalità richiedono un’attenta analisi da parte dei giudici, che dovranno valutare la capacità di intendere e volere di Impagnatiello al momento del delitto.