Il caso in India
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha annunciato il primo caso umano di influenza aviaria H9N2 in India dal 2019. Il paziente, un bambino di quattro anni residente nello stato orientale del Bengala Occidentale, è stato ricoverato a febbraio in terapia intensiva pediatrica a causa di gravi problemi respiratori, febbre alta e crampi addominali. Il bambino è stato dimesso dopo tre mesi di cure e trattamento. L’Oms ha precisato che il bambino era stato esposto a pollame all’interno e nei dintorni della sua abitazione.
Nessun altro contagio
Fortunatamente, al momento non sono stati registrati altri contagi. L’Oms sta monitorando la situazione da vicino e collaborando con le autorità sanitarie indiane per contenere la diffusione del virus. Il caso rappresenta un campanello d’allarme per la salute pubblica e sottolinea l’importanza di misure preventive per evitare il contagio da influenza aviaria.
L’azione della Commissione Europea
Nel frattempo, la Commissione Europea ha firmato un contratto con la società farmaceutica inglese Seqirus per la fornitura di 665mila dosi di vaccino a uso umano contro l’influenza aviaria. Questa mossa rientra nell’ambito degli sforzi per garantire la sicurezza e la preparazione dell’Unione Europea in caso di emergenze sanitarie, come la diffusione di virus aviari.
La minaccia dell’influenza aviaria
Il caso di influenza aviaria H9N2 in India è un segnale preoccupante, che ricorda la costante minaccia rappresentata da questi virus. La globalizzazione e il crescente contatto tra uomo e animali aumentano il rischio di zoonosi, ovvero il passaggio di malattie dagli animali all’uomo. La prevenzione è fondamentale, come l’adozione di buone pratiche igienico-sanitarie, il controllo delle popolazioni di pollame e la sorveglianza costante per identificare tempestivamente eventuali focolai.