Le perdite di metano: un problema diffuso in Italia
Un nuovo rapporto di Legambiente, realizzato con il sostegno di Clean Air Task Force, svela un quadro allarmante sulle perdite di metano negli impianti di fonti fossili in Italia. La seconda edizione della campagna “C’è puzza di gas. Per il futuro del Pianeta non tapparti il naso” ha analizzato 45 impianti in Abruzzo, Lombardia e Piemonte, utilizzando una termocamera per la rilevazione ottica di gas. I risultati sono preoccupanti: sono state rilevate emissioni di metano in 34 impianti su 45, pari al 75,5%, con un totale di 120 punti di emissione.
Le perdite di metano sono state classificate in due categorie: “venting”, ovvero il rilascio diretto in atmosfera, e perdite da componenti delle infrastrutture come bulloni, valvole, giunture, connettori e contatori. Queste ultime sono spesso causate da una scarsa o mancata manutenzione.
L’impatto del metano sul clima
Il metano è un potente gas serra, con un effetto climalterante fino a 86 volte maggiore rispetto alla CO2. Il settore energetico è responsabile del 37% delle emissioni globali di metano nel 2023. L’Italia, come Paese importatore di gas naturale, si colloca tra quelli con la maggiore intensità di emissioni: 8.500 tonnellate di perdite per ogni milione di tonnellate.
Le perdite di metano non solo contribuiscono al cambiamento climatico, ma rappresentano anche uno spreco di risorse energetiche. La riduzione delle emissioni di metano è quindi un obiettivo cruciale per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e per migliorare l’efficienza energetica.
Impianti critici: Lombardia, Piemonte e Abruzzo
Il rapporto di Legambiente ha individuato diversi impianti critici, con un numero elevato di punti di emissione. In Lombardia, la Centrale di stoccaggio di Sergnano (Cremona), quella di Settala (Milano) e la Stazione di Valvola di Caviaga (Lodi) sono state segnalate come particolarmente problematiche. In Piemonte, l’impianto di regolazione e misura di Pernate (Novara) e l’impianto Remi nei pressi di Gravellona Toce (Verbania) hanno mostrato un numero significativo di perdite.
In Abruzzo, le situazioni più gravi riguardano l’impianto Remi di San Salvo (Chieti) e quello di Casalforzato (Chieti). Questi impianti hanno registrato un numero elevato di perdite, sia da venting che da componenti delle infrastrutture.
La necessità di un’azione urgente
I risultati del rapporto di Legambiente evidenziano la necessità di un’azione urgente per ridurre le emissioni di metano in Italia. La scarsa manutenzione degli impianti e la mancanza di controlli adeguati sono fattori che contribuiscono a questo problema. È fondamentale che le autorità competenti intervengano per promuovere la riduzione delle emissioni di metano, attraverso misure di controllo, di riparazione e di miglioramento delle infrastrutture. Solo così si potrà contribuire a mitigare gli effetti del cambiamento climatico e a garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.