Undici morti nel Mediterraneo, corpi avvistati al largo della Libia
L’aereo Seabird di Seawatch ha avvistato undici corpi senza vita al largo della Libia, un’ennesima tragedia che si consuma nel Mediterraneo. I corpi sono stati recuperati dalla nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, che si trovava in zona dopo aver soccorso due imbarcazioni con 146 persone a bordo. Non è chiaro se i corpi ritrovati siano tutti parte dello stesso naufragio. La tragedia si aggiunge a una lunga lista di naufragi nel Mediterraneo, dove le politiche europee di respingimento e di mancata assistenza ai migranti continuano a costare la vita a migliaia di persone.
Geo Barents deviata a Genova, a più di 600 miglia dal punto di soccorso
La Geo Barents, inizialmente destinata al porto di Civitavecchia, è stata poi deviata a Genova, a più di 600 miglia nautiche dal punto di soccorso. La decisione di assegnare un porto così distante, a seguito del soccorso di 146 persone, è stata criticata da Medici Senza Frontiere, che ha denunciato le politiche europee di respingimento e di mancata assistenza ai migranti. La deviazione della nave ha comportato un viaggio di più di mille chilometri, con un notevole dispendio di tempo e risorse, e ha messo a rischio la sicurezza dei naufraghi.
Seawatch denuncia l’indifferenza delle autorità libiche e dell’Ue
Seawatch ha denunciato l’indifferenza delle autorità libiche e dell’Ue, che non hanno risposto alle loro richieste di soccorso. L’organizzazione ha provato a contattare una motovedetta libica, in inglese e in arabo via radio, affinché recuperasse i corpi, ma senza risposta. “Per loro e per l’Ue queste persone non valgono nulla neanche da morte”, ha dichiarato Seawatch. La mancanza di risposta da parte delle autorità libiche e dell’Ue conferma la gravità della situazione nel Mediterraneo, dove le politiche di respingimento e di mancata assistenza ai migranti continuano a costare la vita a migliaia di persone.
Medici Senza Frontiere: “Le politiche europee in materia di migrazione sono devastanti e sanguinose”
Medici Senza Frontiere ha denunciato le politiche europee in materia di migrazione, definendole “devastanti e sanguinose”. L’organizzazione ha sottolineato che le persone continueranno a percorrere strade pericolose nel disperato tentativo di raggiungere la salvezza, e che l’Europa deve trovare percorsi sicuri e legali per loro. “Questa catastrofe deve finire”, ha concluso Msf.
Un’altra tragedia nel Mediterraneo
La tragedia di questi 11 migranti morti al largo della Libia è solo l’ultima di una lunga serie di tragedie che si consumano nel Mediterraneo. Le politiche europee di respingimento e di mancata assistenza ai migranti continuano a costare la vita a migliaia di persone, e il silenzio delle autorità europee è assordante. È necessario un cambio di rotta, con politiche di accoglienza e di solidarietà che garantiscano la sicurezza dei migranti e la salvaguardia dei loro diritti.