Rinvio a giudizio per 27 imputati, tra cui un boss della ‘ndrangheta
L’udienza preliminare del processo ‘Case Popolari’ si è conclusa con il rinvio a giudizio di 27 imputati. Tra questi, figura il boss della ‘ndrangheta Carmelo Murina, già detenuto per altra causa, e il suo cognato, Giuseppe Agostino, accusati entrambi di associazione per delinquere di tipo mafioso. Secondo la Procura e i carabinieri che hanno condotto le indagini, la ‘ndrangheta avrebbe orchestrato un mercato illegale degli alloggi popolari, assegnandoli a persone non aventi diritto. Tra i rinviati a giudizio anche tre dipendenti comunali, tra cui Antonio Nucera, in servizio nel settore Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria, accusato di concorso esterno.
Proscioglimento per 16 imputati, tra cui l’ex dirigente dell’Aterp
In 16, invece, sono stati prosciolti. Tra questi, figura l’ex dirigente dell’Aterp di Reggio Calabria, Eugenia Rita Minicò, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa e di altri reati. Nei suoi confronti, e in quelli di un altro imputato prosciolto, Annunziato Tripodi, il gup Vincenzo Quaranta ha revocato la misura cautelare che era stata disposta dal gip lo scorso febbraio su richiesta della Dda di Reggio Calabria. A parte una corruzione contestata a Eugenia Rita Minicò per la quale il gup ha dichiarato la prescrizione, per tutti gli altri reati per i quali era indagata è stata prosciolta con la formula “perché il fatto non sussiste”. Escono dal processo, inoltre, gli imputati Roberto Franco, Carmela Morabito, Domenico Morabito, Giovanni Marcianò, Paola Costantino, Domenico Alvaro, Carmelo Caminiti, Irina Kandyba, Annunziato Tripodi, Donatello Canzonieri, Orsola Di Lollo, Giovanni Palillo, Filippo Arabesco, Maddalena Anna Cuzzola e Debora Arabesco.
Un’indagine complessa su presunti illeciti nella gestione delle case popolari
L’indagine, condotta dalla Dda di Reggio Calabria e dai carabinieri, si è concentrata su presunti illeciti nella gestione delle assegnazioni delle case popolari da parte dell’Aterp, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica. Le accuse riguardano la corruzione e l’influenza della ‘ndrangheta nel sistema di assegnazione degli alloggi, che sarebbero stati assegnati in modo illegittimo a persone non aventi diritto. Il processo, che si preannuncia lungo e complesso, si concentrerà sulle prove presentate dalla Procura e dalle difese degli imputati, con l’obiettivo di stabilire la verità dei fatti e di garantire giustizia.
Un’ombra oscura sul sistema di assegnazione delle case popolari
Il processo ‘Case Popolari’ getta un’ombra oscura sul sistema di assegnazione delle case popolari a Reggio Calabria. L’accusa di infiltrazione mafiosa nel sistema di assegnazione degli alloggi, se confermata, solleva gravi preoccupazioni sull’equità e la trasparenza del processo di accesso a un diritto fondamentale come la casa. È fondamentale che la giustizia faccia il suo corso e che si faccia piena luce su questa vicenda, assicurando che il sistema di assegnazione delle case popolari sia trasparente e immune da infiltrazioni criminali.