La richiesta di condanna
Il pubblico ministero Luca Scorza Azzarà ha chiesto la condanna a nove anni e quattro mesi per Sergio Frisinghelli, l’artigiano e giardiniere che ad agosto scorso ha ucciso il suo vicino di casa Alessio Grana a Santa Margherita Ligure (Genova), accoltellandolo. La sentenza, con rito abbreviato, è prevista per il 25 giugno.
Gli arresti domiciliari
Il giardiniere, difeso dagli avvocati Claudio Zadra e Nadia Solari, a ottobre aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari. Il giudice aveva motivato la decisione spiegando che non c’erano più le esigenze per la misura in carcere visto la collaborazione dell’uomo alle indagini.
Un clima di tensione
L’omicidio era maturato dopo mesi di cattivi rapporti tra Grana e i condomini, i quali lo avevano segnalato più volte alle forze dell’ordine e ai servizi sociali. La vittima non aveva un lavoro stabile ed era conosciuto in paese come “aggressivo e prepotente”. “Una situazione invivibile. Ci minacciava e provocava continuamente” avevano detto i vicini.
Le versioni contrastanti
Quella sera, secondo l’artigiano Frisinghelli, Grana avrebbe prima picchiato contro la porta di ingresso e poi sarebbe entrato in casa sua per picchiarlo, lui si sarebbe difeso colpendolo con un coltello sul pianerottolo. Per l’accusa, invece, l’aggressione sarebbe avvenuta sul pianerottolo e non in casa, dunque Frisinghelli avrebbe potuto rientrare a casa e non colpirlo. Il pm ha però riconosciuto che Grana aveva provocato il suo dirimpettaio.
Un caso complesso
Il caso di Santa Margherita Ligure è un esempio di come la violenza possa nascere da un contesto di tensioni prolungate e di mancanza di comunicazione. La vicenda solleva interrogativi sulla gestione dei conflitti tra vicini e sulla necessità di interventi tempestivi per prevenire situazioni di escalation. È importante ricordare che la violenza non è mai giustificabile, ma è fondamentale comprendere le dinamiche che possono portare a eventi tragici come questo.