L’attacco di Marina Silva all’industria dei combustibili fossili
La ministra per l’Ambiente brasiliana, Marina Silva, ha sferrato un attacco diretto all’industria dei combustibili fossili, accusandola di essere la principale responsabile dei cambiamenti climatici che stanno colpendo il pianeta. In un’intervista a GloboNews, Silva ha affermato che la fine dell’utilizzo di petrolio, carbone e gas è fondamentale per affrontare la crisi climatica.
“Tutto ciò che accade in relazione al cambiamento climatico ha a che fare con l’emissione di CO2, dovuta principalmente alla deforestazione e alla trasformazione dell’uso del suolo, ma soprattutto all’uso di carbone, petrolio e gas”, ha dichiarato l’ex attivista ecologica.
La posizione di Silva sull’esplorazione petrolifera in Amazzonia
Silva, nettamente contraria all’esplorazione petrolifera nella foce del Rio delle Amazzoni promossa da Petrobras, ha ribadito la necessità di una transizione energetica e ha sottolineato l’impegno del Brasile per la fine dei combustibili fossili.
“Il governo Lula “deve fare i suoi compiti a casa”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di un’azione incisiva per contrastare il cambiamento climatico.
La transizione energetica come priorità
Le dichiarazioni di Marina Silva ribadiscono l’importanza della transizione energetica come priorità assoluta per affrontare la crisi climatica. La ministra ha sottolineato la necessità di un impegno concreto da parte di tutti i Paesi, in particolare quelli produttori di petrolio, per la riduzione delle emissioni di gas serra.
La posizione di Silva si inserisce in un contesto internazionale in cui la lotta al cambiamento climatico è sempre più urgente e richiede un’azione congiunta da parte di tutti gli attori coinvolti.
Le sfide della transizione energetica
Le parole di Marina Silva sono un chiaro segnale che il Brasile è pronto a impegnarsi per una transizione energetica che metta al centro le energie rinnovabili. Tuttavia, la strada verso un futuro a basse emissioni di carbonio è lunga e complessa. La transizione energetica richiede investimenti significativi, politiche di sostegno alle energie rinnovabili e la creazione di nuovi posti di lavoro in settori a basso impatto ambientale. Sarà fondamentale un’azione coordinata a livello globale, con un’attenzione particolare alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo, per garantire una transizione giusta ed equa.