La richiesta di Toti e la decisione del giudice
Giovanni Toti, governatore della Liguria, è rimasto ai domiciliari per corruzione. Il suo avvocato, Stefano Savi, aveva presentato una richiesta al giudice Paola Faggioni per anticipare l’iscrizione nel registro degli indagati al 2020 o, in subordine, al 2021, invece che al 2023. La richiesta si basava sulla riforma Cartabia, che prevede la possibilità di anticipare l’iscrizione nel registro degli indagati per rendere inutilizzabili le intercettazioni più recenti. Tuttavia, il giudice ha respinto l’istanza, spiegando che il procedimento è stato iscritto prima dell’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento giudiziario e quindi non sarebbe applicabile.
Le conseguenze della decisione
La decisione del giudice ha di fatto confermato la validità delle intercettazioni più recenti, che potrebbero essere utilizzate come prova nel processo. Toti rimane ai domiciliari in attesa di ulteriori sviluppi nel procedimento.
Un caso da seguire
Questa vicenda solleva diverse questioni importanti, come l’applicazione retroattiva della riforma Cartabia e l’utilizzo delle intercettazioni come prova. Sarà interessante seguire l’evolversi del processo per capire come queste questioni saranno affrontate dalla giustizia italiana.