Decima richiesta di archiviazione
La Procura di Forlì ha presentato per la decima volta la richiesta di archiviazione del fascicolo relativo alla scomparsa e presumibile omicidio di Cristina Golinucci, avvenuto il 1° settembre 1992. La giovane donna, all’epoca 21enne, svanì nel nulla davanti al convento dei frati Cappuccini di Cesena, dove aveva un appuntamento con frate Lino Ruscelli, suo padre spirituale.
Il Gip, a febbraio di quest’anno, aveva disposto nuove indagini dopo l’opposizione della famiglia, assistita dall’avvocato Barbara Iannuccelli. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, i pm Antonio Vincenzo Bartolozzi e Laura Brunelli hanno sottolineato che non è stato possibile né localizzare il cadavere di Cristina né identificare gli autori del fatto.
Testimonianza non confermata
Una delle piste investigative seguite riguardava la testimonianza di una donna che lavorava in un salone di parrucchiera. Il giudice aveva ordinato di sentirla, ma la donna è deceduta nel frattempo. La testimonianza si basava su un racconto che le aveva fatto un’altra donna, a lei sconosciuta. Quest’ultima aveva affermato di aver visto Cristina nei pressi del convento, in compagnia di un uomo sui 50-60 anni, quasi completamente calvo e con pochi capelli brizzolati.
Tuttavia, le indagini hanno rivelato che questo racconto era già presente su un appunto di un sovrintendente della polizia e che era stato approfondito nel 1992 senza risultati significativi. Inoltre, la descrizione della ragazza vista nei pressi del convento, fornita da questa testimone, non corrispondeva a quella di Cristina Golinucci.
Dubbi e incertezze
La famiglia di Cristina Golinucci si oppone fermamente all’archiviazione del caso, sostenendo che rimangono ancora molti dubbi da chiarire. In particolare, la famiglia si chiede come sia possibile che, nonostante le numerose indagini, non sia stato possibile localizzare il cadavere di Cristina o identificare i responsabili della sua scomparsa.
L’avvocato Iannuccelli ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che, a distanza di oltre 30 anni, il caso rimanga irrisolto. La famiglia Golinucci continua a sperare che la verità possa venire alla luce e che la memoria di Cristina non venga dimenticata.
Un caso irrisolto
Il caso Golinucci rappresenta un drammatico esempio di come la giustizia possa fallire nel suo compito di fare luce su crimini efferati. La mancanza di prove concrete e la difficoltà nel ricostruire gli eventi, a distanza di così tanti anni, rendono difficile la risoluzione del caso. Rimane la speranza che, con il passare del tempo, nuovi elementi possano emergere e contribuire a far luce su questa tragica vicenda.