Operazione Fuel: sgominata organizzazione criminale
Un’operazione congiunta dei carabinieri della sezione pg di Trento e del nucleo operativo della compagnia di Cavalese, con il supporto di organi collaterali esteri, ha portato allo sgominamento di un’organizzazione criminale transnazionale che operava nel settore del furto di carburante. L’operazione, denominata “Fuel”, ha portato all’esecuzione di 27 misure cautelari nelle province di Trento, Brescia e Reggio Emilia, oltre che in Spagna e in Romania, nei confronti di altrettanti soggetti coinvolti in un’associazione per delinquere finalizzata alla clonazione di fuel card, al furto massivo di carburanti e all’introduzione all’interno di sistemi di pagamento informatico dei distributori appartenenti a società petrolifere partecipate dallo Stato e controllate dal Mef.
L’indagine è partita da una querela presentata l’anno scorso da Enilive spa, che cura la distribuzione di carburante su tutto il territorio nazionale. L’azienda aveva notato un numero di prelievi enorme rispetto alla routine di alcune aziende, concentrati a Trento, Mezzocorona e Lavis. Le indagini hanno permesso di identificare un gruppo di soggetti che operavano in modo coordinato, creando una vera e propria piramide criminale.
Come funzionava il sistema
L’organizzazione criminale si avvaleva di un sistema sofisticato per clonare le fuel card e rubare carburante. I criminali installavano degli skimmer, dispositivi di lettura illegali, sui distributori di carburante per copiare i dati delle schede. I dati venivano poi trasferiti su altre tessere, creando delle schede clone, che venivano rivendute a diversi clienti o utilizzate dagli stessi sodali per effettuare prelievi massivi di carburante.
Il carburante rubato veniva trasportato e stoccato senza alcuna misura di sicurezza, utilizzando furgoni presi a noleggio. L’organizzazione vendeva le fuel card clonate di vario taglio (dai 100 euro ai 2.000 euro) a diversi clienti. Il gruppo si occupava anche della vendita diretta del gasolio prelevato indebitamente, che veniva riversato in uno o più dei big tank da 1.000 litri stivati in anonimi furgoni cassonati, poi stoccati in un magazzino a Lavis, usato come base logistica, o presso aziende di imprenditori compiacenti. Il prezzo di vendita del carburante era stato fissato per gasolio e benzina a un euro al litro.
Il guadagno dell’organizzazione
L’organizzazione criminale ha generato un giro di affari che consentiva ai vertici di guadagnare anche 15.000 euro netti alla settimana. Il gruppo era composto da 27 persone, di cui sei figure apicali, otto soggetti “intermedi” e 13 ricettori di schede clonate e carburante a basso costo consapevoli della sua provenienza illecita. L’operazione “Fuel” ha portato al sequestro preventivo dei beni per l’equivalente di oltre 150.000 euro.
Considerazioni sull’operazione Fuel
L’operazione Fuel dimostra ancora una volta la pericolosità delle organizzazioni criminali transnazionali e la loro capacità di adattarsi e sfruttare le nuove tecnologie per commettere reati. Il furto di carburante è un problema serio che colpisce non solo le aziende petrolifere, ma anche l’intera economia. La lotta a questo tipo di criminalità richiede un impegno costante da parte delle forze dell’ordine e una collaborazione internazionale efficace. L’operazione Fuel è un esempio di come la collaborazione tra diversi organi di polizia possa portare a risultati concreti e a colpire al cuore le organizzazioni criminali.