Lo scavo non autorizzato
La Procura di Aosta ha concluso le indagini sui lavori per la pista italo-svizzera Zermatt-Cervinia, che avrebbe dovuto ospitare la Coppa del Mondo di sci alpino nel 2022 e nel 2023. Il pm Giovanni Roteglia contesta la realizzazione di uno scavo trasversale alla lingua del ghiacciaio, lungo 330 metri e largo otto, senza le necessarie autorizzazioni. L’intervento, ritenuto illegittimo, avrebbe modificato il paesaggio e l’ambiente naturale del ghiacciaio, sollevando preoccupazioni per la sua integrità e per il delicato ecosistema montano.
Indagati per violazione delle norme ambientali
Sono indagati per violazione delle norme ambientali Federico Maquignaz, presidente e amministratore delegato della Cervino spa, società che gestisce le piste italiane, il suo predecessore Herbert Tovagliari, l’operatore della pala meccanica che ha eseguito lo scavo e Franz Julen, presidente del comitato organizzatore svizzero. La Procura di Aosta dovrà ora valutare le prove raccolte e decidere se procedere con l’archiviazione del caso o con l’emissione di un’eventuale rinvio a giudizio.
L’impatto ambientale e le polemiche
La notizia dell’indagine ha riacceso le polemiche sull’impatto ambientale dei lavori per la pista Zermatt-Cervinia. Diversi gruppi ambientalisti avevano già espresso preoccupazioni sulla possibile alterazione del ghiacciaio e sull’utilizzo di macchinari pesanti in un ambiente così delicato. La realizzazione della pista, che avrebbe dovuto collegare le località di Zermatt in Svizzera e Cervinia in Italia, è stata al centro di un dibattito acceso, con sostenitori che sottolineavano i benefici economici e turistici del progetto e oppositori che mettevano in guardia sui rischi ambientali.
Un caso che solleva interrogativi sul rispetto dell’ambiente
La vicenda della pista Zermatt-Cervinia pone nuovamente l’accento sull’importanza di un’attenta valutazione degli impatti ambientali di qualsiasi progetto di sviluppo in aree montane. Il caso evidenzia la necessità di un rigoroso rispetto delle norme e delle autorizzazioni, soprattutto quando si tratta di interventi in ecosistemi delicati come i ghiacciai. La Procura di Aosta dovrà svolgere un’indagine approfondita e garantire che eventuali responsabilità siano accertate e sanzionate, per evitare che si ripetano episodi simili in futuro.