Il ruolo della Soprintendente Bartolini
Cristina Bartolini, Soprintendente delle Belle Arti di Genova, è stata sentita in procura come persona informata dei fatti nell’inchiesta per corruzione che ha coinvolto, tra gli altri, il presidente ligure Giovanni Toti. L’architetto è stata sentita in relazione al progetto di riempimento di Calata Concenter, l’area del porto da riempire con gli scarti degli scavi del tunnel subportuale per creare una nuova area container di interesse di Aldo Spinelli.
Bartolini aveva espresso le sue perplessità sul progetto perché c’era un vincolo del Ministero dei Beni Culturali (Mibac) che impediva la realizzazione del tombamento. La Soprintendente, in un’intervista, aveva dichiarato di “non aver ricevuto comunicazioni o richieste da parte dell’autorità portuale sulla volontà di procedere al tombamento di Calata Concenter e, pertanto, che permaneva ancora la vincolante prescrizione del Mibac risalente al 2020”.
Il vincolo del Mibac e le intercettazioni
Secondo le carte dell’inchiesta, il vincolo del Mibac “era stato peraltro accolto e sottoscritto dallo stesso presidente dell’AdSP Paolo Emilio Signorini”.
Dalle intercettazioni emerge che Signorini, parlando con Spinelli, “individuava nella Soprintendenza un ostacolo alla realizzazione del tombamento”. Il presidente dell’Authority ne parlò anche con il sindaco Marco Bucci spiegando che “era un problema da risolvere”.
Il progetto di Calata Concenter
Il progetto di riempimento di Calata Concenter prevedeva la creazione di una nuova area container utilizzando gli scarti degli scavi del tunnel subportuale. L’area, situata nel cuore del porto di Genova, è di grande importanza strategica per la città e per l’economia ligure.
Il progetto ha suscitato numerose polemiche, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale e la sicurezza del sito. La Soprintendenza, come organo preposto alla tutela del patrimonio storico-artistico, ha espresso le sue perplessità in merito al progetto, sottolineando la presenza di un vincolo del Mibac che ne impediva la realizzazione.
Le indagini in corso
L’inchiesta della procura di Genova è in corso e punta a fare luce sulle presunte irregolarità che hanno caratterizzato il progetto di Calata Concenter. L’obiettivo degli inquirenti è quello di accertare se vi siano stati comportamenti illeciti da parte dei soggetti coinvolti, in particolare per quanto riguarda la gestione dei vincoli e delle autorizzazioni.
La vicenda ha sollevato importanti questioni relative al ruolo della Soprintendenza nella tutela del patrimonio storico-artistico, alla gestione dei progetti infrastrutturali e alla trasparenza delle decisioni amministrative.
Considerazioni
La vicenda di Calata Concenter mette in luce la complessa interazione tra interessi economici, esigenze di sviluppo e tutela del patrimonio storico-artistico. L’inchiesta in corso dovrà chiarire se vi siano state violazioni delle norme e se i soggetti coinvolti abbiano agito in modo trasparente e corretto.
Il caso solleva anche importanti questioni sulla gestione dei vincoli e delle autorizzazioni per i progetti infrastrutturali. È fondamentale garantire che le decisioni in materia siano prese in modo trasparente e che siano tutelati gli interessi pubblici e culturali.