Un nuovo approccio per trattare disturbi neurologici
La stimolazione cerebrale profonda (DBS) è una tecnica consolidata per il trattamento di disturbi neurologici come il morbo di Parkinson, il tremore essenziale e la distonia. Tuttavia, la DBS richiede un intervento chirurgico invasivo per impiantare elettrodi nel cervello, limitandone l’utilizzo.
Un team di ricercatori dell’Epfl, guidato da Friedhelm Hummel, ha sviluppato una nuova tecnica di DBS non invasiva che potrebbe rivoluzionare il trattamento di una vasta gamma di disturbi neurologici. La tecnica, descritta sulla rivista Nature Human Behaviour, si basa sul concetto di interferenza temporale.
Interferenza temporale per una stimolazione specifica
L’interferenza temporale è un principio fisico che consente di focalizzare l’energia di un segnale elettromagnetico in un punto specifico. In questo caso, i ricercatori hanno applicato due paia di elettrodi sul cuoio capelluto, impostati su frequenze leggermente diverse. Le due correnti si incontrano nella regione cerebrale di interesse, creando un’interferenza che genera una frequenza specifica per stimolare il punto desiderato.
Questa tecnica permette di stimolare le aree profonde del cervello in modo mirato, evitando di interferire con le aree circostanti, a differenza degli approcci tradizionali che stimolano indiscriminatamente tutte le regioni del cervello.
Potenziale per trattare una vasta gamma di disturbi
I ricercatori hanno dimostrato che la loro tecnica non invasiva può alterare il normale funzionamento di alcune strutture cerebrali profonde, aprendo la strada a nuove terapie per disturbi come dipendenze, depressione e disturbi ossessivi compulsivi, notoriamente difficili da trattare con le terapie farmacologiche.
Inoltre, i ricercatori stanno esplorando il potenziale di questa tecnica per aumentare alcune funzioni cerebrali, come la memoria e l’attenzione.
Un futuro promettente per la neuro-modulazione
Questa ricerca rappresenta un passo avanti significativo nel campo della neuro-modulazione. La possibilità di stimolare in modo specifico le aree cerebrali profonde senza ricorrere a interventi chirurgici apre nuove prospettive per il trattamento di una vasta gamma di disturbi neurologici. Tuttavia, è importante sottolineare che questa tecnica è ancora in fase di sviluppo e sono necessarie ulteriori ricerche per valutare la sua sicurezza ed efficacia a lungo termine.