Il piano di pace cinese: 26 Paesi a bordo
La Cina ha annunciato che 26 nazioni hanno espresso sostegno al suo piano di pace per la guerra in Ucraina. Lo ha affermato il capo della diplomazia cinese Wang Yi durante una conferenza stampa con l’omologo turco Hakan Fidan, a pochi giorni dalla comunicazione che Pechino non sarà al vertice di pace in Svizzera del 15-16 giugno, organizzato da Kiev.
Secondo Wang Yi, sia la Russia che l’Ucraina hanno "confermato la maggior parte del contenuto" dei principi per una soluzione politica stabiliti da Cina e Brasile in una dichiarazione congiunta del mese scorso. Il piano, presentato a febbraio, si basa su 12 punti, tra cui un cessate il fuoco, negoziati di pace e il rispetto dell’integrità territoriale di tutti i paesi.
L’assenza cinese al vertice di pace in Svizzera
La decisione della Cina di non partecipare al vertice di pace in Svizzera, organizzato da Kiev, ha suscitato diverse reazioni. Alcuni osservatori hanno interpretato questa scelta come un segno di scetticismo da parte di Pechino nei confronti del piano di pace proposto da Kiev, mentre altri hanno sottolineato la necessità di un approccio più inclusivo e multilaterale per risolvere il conflitto.
La Cina si è sempre presentata come un mediatore neutrale nel conflitto, cercando di mantenere buoni rapporti sia con la Russia che con l’Ucraina. Tuttavia, la sua posizione di neutralità è stata messa in discussione da alcuni paesi occidentali, che hanno accusato Pechino di sostenere la Russia.
La Cina e il conflitto in Ucraina: un ruolo complesso
La posizione della Cina nel conflitto in Ucraina è complessa e delicata. Da un lato, Pechino cerca di mantenere buoni rapporti con la Russia, un importante partner economico e strategico. Dall’altro, la Cina non vuole essere vista come un alleato della Russia, soprattutto in un contesto internazionale in cui l’Occidente sta cercando di isolare Mosca. Il piano di pace cinese potrebbe essere interpretato come un tentativo di Pechino di affermare il suo ruolo di potenza globale e di mediatore internazionale, cercando di influenzare l’andamento del conflitto e di posizionarsi come un attore chiave nella risoluzione della crisi.