La musica come arte artigiana
Beatrice Rana, stella internazionale del pianoforte, porta il suo Festival “Classiche Forme” nel Salento, dal 14 al 21 luglio. Un evento che celebra la musica da camera internazionale, con concerti e incontri in luoghi storici e in campo aperto. La pianista sottolinea l’importanza della manualità nella musica, paragonando gli artisti alla pietra leccese e ai musicisti. Per Rana, la musica richiede una dedizione da artigiani, un’intelligenza delle mani che modella il suono e crea capolavori.
“Assolutamente sì. E interessante notare – dice all’ ANSA – che tra la parola artigiano e artista non c’ è molta differenza. Mi ha sempre affascinato nel mestiere di musicista quella intelligenza delle mani, non solo appunto la capacità di modellare il suono ma anche l’ intuito, il potere creativo delle mani. Da musicista mi rendo conto che molto spesso l’ ispirazione non viene solo dall’ intelletto e dal cuore ma anche da ciò che le mani riescono a suggerire. Sono davvero parte del processo creativo”, afferma la pianista.
Un festival per avvicinare il pubblico alla musica
La kermesse della città dei Gonzaga e la settimana di musica nel Salento, come molti altri festival estivi, con le loro formule irrituali sono la strada per attirare nuovo pubblico? “Sicuramente è una possibilità – osserva Rana – Trame sonore ha una storia più lunga ed è un modello riuscitissimo di festival di musica da camera in Italia. Con Classiche Forme quello che cerco di fare è per certi versi molto simile anche se in modo diverso. Viviamo in un mondo in cui il pubblico ha la necessità di avvicinarsi anche fisicamente a quello che accade. Palco e retropalco non sono più così distanti.”
Accorciare la distanza tra gli artisti e gli spettatori, proporre percorsi nuovi per offrire e gustare musica, dunque, è il vero obiettivo. “Far avvicinare il pubblico in modo non convenzionale alla sala da concerto è molto importante per cercare di eliminare questa barriera che si è creata nel tempo. Questo non vuol dire far diventare popolare un genere che non lo è e che spesso viene considerato in modo elitario ma renderlo accessibile e inclusivo”, spiega la pianista.
La musica senza barriere
Rana aveva indicato questa esigenza anche in una sorta di manuale del perfetto ascoltatore. “Era una cosa nata per gioco un po’ di anni fa – risponde sorridendo – . Sono cresciuta in un contesto familiare musicale ma ho frequentato le stesse scuole dei miei amici che quando dovevano venirmi a sentire mi chiedevano come vestirsi, se sarebbero stati all’ altezza, se avrebbero capito quando applaudire. Questi timori servono solo ad allontanare dalla musica e appartengono a un rito del concerto che ormai è cambiato.”
In quel decalogo la regola era chiara. “Non è importante come vengono vestiti ma che vengano al concerto. E se a qualcuno va di applaudire tra un movimento e l’ altro è un buon segno, vuol dire che la musica gli sta piacendo. Molto meglio di un applauso fiacco alla fine. Bisognerebbe ritrovare questo entusiasmo autentico per la musica senza le congetture sociali che si sono andate stratificando nel corso del tempo”, conclude la pianista.
Un sogno che si avvera: l’esibizione con i Berliner
Pochi giorni fa Beatrice Rana è stata la prima musicista italiana a esibirsi con i Berliner, definendolo un sogno che si avvera. “Esaltazione allo stato puro ed estrema tristezza che fosse già finito. Sono quelle date che si aspettano da una vita. Avendo studiato in Germania sono cresciuta con i loro concerti dal vivo. E’ stato un enorme arricchimento, un privilegio suonare con musicisti del genere e sentire la musica in maniera così intensa”, racconta la pianista.
Nuovi obiettivi? “Sono leccese, non dirò mai niente per scaramanzia. Come dice il buon Accardo, non essere superstiziosi porta male”, conclude con un sorriso Beatrice Rana.
Un’interpretazione contemporanea del ruolo dell’artista
Beatrice Rana, con la sua visione della musica come arte artigiana, offre una interpretazione contemporanea del ruolo dell’artista. La sua idea di avvicinare il pubblico alla musica, eliminando le barriere sociali e le congetture che spesso accompagnano il mondo classico, è una sfida importante e attuale. Il suo impegno nel rendere la musica accessibile e inclusiva è un messaggio positivo e incoraggiante per il futuro della cultura.