Borghi chiede le dimissioni di Mattarella
“Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso”. Con queste parole, il senatore della Lega Claudio Borghi ha scatenato una bufera politica, attaccando direttamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il motivo del contendere è la diversa visione sul futuro dell’Europa, a pochi giorni dalle elezioni europee che la premier Giorgia Meloni ha definito un “referendum tra due idee d’Europa”.
Salvini cerca di smorzare la polemica
Dopo ore di silenzio, il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto per cercare di smorzare la polemica, ma senza smentire le parole del suo senatore. “Oggi c’è la festa della Repubblica, oggi è la festa degli italiani, della Repubblica, non della sovranità europea”, ha replicato a chi gli chiedeva proprio del fendente a Mattarella. Solo dopo diverse ore, Salvini ha ammesso che Borghi è un “ottimo senatore”, ma ha sostenuto che i giornali hanno “travisato” le parole del presidente, sostenendo che “noi non chiediamo le dimissioni di nessuno”. Tuttavia, la sua giustificazione è stata accolta con scetticismo da molti.
Le opposizioni insorgono
Le opposizioni hanno reagito con veemenza all’attacco della Lega al presidente Mattarella. Elly Schlein, segretario del Partito Democratico, ha definito l’attacco “gravissimo” e ha chiesto alla premier Meloni di prendere le distanze. Analoga la posizione di Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio, che ha giudicato la mossa della Lega “indegna e sconclusionata”. Anche altri leader politici, da Renzi a Calenda fino ad Avs, hanno condannato l’attacco al presidente, definendolo “ignobile”.
Il dibattito si incentra sull’Europa
La polemica ha acceso il dibattito sulla visione dell’Europa in vista delle elezioni europee. Mattarella, con due interventi in due giorni, ha ribadito la sua convinzione che la sovranità appartiene all’Unione Europea: “tra pochi giorni consacreremo, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”, ha detto ieri; “i Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta”, ha ribadito oggi. Giorgia Meloni, invece, ha ribadito la sua visione di un’Europa che riconosce la specificità degli stati nazionali: torniamo “all’idea di Europa, che era una idea di Europa che immaginava che la sua forza, la forza della sua unione, fosse anche la forza e la specificità degli stati nazionali”.
Forza Italia si dissocia dalla Lega
Forza Italia, alleata di governo della Lega e di Fratelli d’Italia, si è nettamente dissociata dall’attacco al presidente Mattarella. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso la sua solidarietà a Mattarella, definendo “deleteria” ogni scelta anti europea: “Fa bene Mattarella a sottolineare la nostra prospettiva europea. Gli esprimo la mia solidarietà per gli attacchi che ha ricevuto”. Anche Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia, ha preso le distanze dalla Lega, ricordando che fu tra i partiti a votare per Mattarella.
Il Colle tace e osserva
Il presidente Mattarella, dal suo palazzo al Quirinale, osserva la bufera politica senza commentare. Il suo staff si limita a ricordare che il presidente è impegnato nel suo lavoro, con particolare attenzione al sociale. “Tenga duro presidente”, gli hanno gridato in tanti i cittadini delle categorie più fragili ai quali il presidente ha voluto aprire la porta del Quirinale in occasione del 2 giugno. Non sapevano che in maggioranza c’è qualcuno che chiede le sue dimissioni, ma “quel tenga duro” cadeva proprio nel momento giusto.
Un attacco senza precedenti
L’attacco della Lega al presidente Mattarella è un fatto grave che segna un nuovo livello di tensione politica in Italia. La richiesta di dimissioni del capo dello Stato, un’istituzione simbolo della Repubblica, è un atto senza precedenti che mette in discussione il rispetto per le istituzioni e la stabilità politica del Paese. Le parole di Borghi, anche se smentite da Salvini, hanno aperto una frattura profonda nella maggioranza di governo, evidenziando le profonde divergenze sulla visione dell’Europa.