Protesta degli studenti pro Palestina a Torino
La protesta degli studenti pro Palestina a Torino continua. Questa mattina, quattro studenti si sono incatenati davanti alle porte del rettorato dell’Università di Torino, chiedendo di partecipare a una seduta congiunta e in presenza con il Senato Accademico. Il loro obiettivo è esporre le proprie richieste di cessazione dei rapporti tra l’Università di Torino e le istituzioni e università israeliane.
Nel tardo pomeriggio, gli studenti hanno bloccato la strada davanti al rettorato, nel cuore del centro cittadino, riunendosi in assemblea ed esponendo uno striscione con la scritta “Studenti incatenati contro i senati blindati”.
La denuncia degli studenti: “Silenziati dal rettore Geuna”
Gli studenti raccontano di aver provato a collegarsi alla riunione del Senato Accademico, che era in corso online, ma di essere stati “arbitrariamente silenziati” dal rettore Geuna, che avrebbe spento loro il microfono quando hanno provato a prendere la parola.
Questa azione ha scatenato la protesta degli studenti, che hanno invitato la cittadinanza a passare da via Po, dove i quattro sono ancora in catene, per esprimere solidarietà alla protesta dell’intifada studentesca.
Un’azione forte per un’istanza complessa
La protesta degli studenti pro Palestina a Torino è un esempio di come la lotta per la giustizia sociale e la difesa dei diritti umani possa assumere forme diverse e coraggiose. Le loro richieste di cessazione dei rapporti con le università israeliane, pur legittime, sollevano un dibattito complesso sul ruolo delle università nella politica internazionale e sulla libertà accademica. È fondamentale che il Senato Accademico dell’Università di Torino affronti le richieste degli studenti con attenzione e apertura al dialogo, cercando di trovare una soluzione che rispetti i diritti di tutti gli attori coinvolti.