Le dimissioni di Pasolini
Cristian Pasolini, segretario della Lega cittadina di Mantova, si è dimesso dal suo incarico dopo la polemica suscitata da un post in cui definiva ‘negroide’ un bambino di colore presente all’inaugurazione di una palestra accanto al sindaco di Mantova Palazzi. La decisione è stata annunciata dal segretario provinciale Antonio Carra, che ha spiegato come la segreteria regionale della Lega abbia accettato le dimissioni di Pasolini.
“In sintonia con la segreteria regionale della Lega – si legge nella nota – , prendiamo atto e accettiamo le dimissioni, giunte questa mattina, dal ruolo di segretario della sezione della Lega di Mantova di Cristian Pasolini a seguito dei recenti fatti di cronaca conseguiti al post pubblicato dal segretario cittadino che rappresenta una sua personale posizione e non quella del movimento. In qualità di segretario provinciale inoltre comunico che guiderò la sezione cittadina fino a dopo il voto delle prossime elezioni per continuare la campagna elettorale”.
Le scuse di Pasolini
Pasolini ha confermato le sue dimissioni e ha espresso rammarico per il dolore causato dalle sue parole. “Mi sono dimesso questa mattina – ha detto – e spero di aver chiarito la mia posizione e il mio pensiero”. Ha aggiunto di aver rimosso il post contestato: “Questa mia scelta – ha spiegato – è stata dettata dalla volontà di proteggere chi, mio malgrado, si è forse sentito offeso. Per la stessa ragione e per non creare imbarazzi a chi ha repentinamente preso le distanze dalle mie parole, questa mattina ho rassegnato le dimissioni dall’incarico di segretario della Lega di Mantova”.
Un linguaggio inaccettabile
L’utilizzo del termine ‘negroide’ è inaccettabile e offensivo. Indipendentemente dalle intenzioni di Pasolini, le sue parole hanno causato dolore e offesa. È importante ricordare che il linguaggio ha un potere enorme e che le parole possono ferire profondamente. Le dimissioni di Pasolini sono un segnale positivo, ma è necessario che la Lega prenda una posizione chiara contro il razzismo e l’intolleranza, promuovendo un linguaggio inclusivo e rispettoso di tutti.