Messaggi criptici con gli evidenziatori
Un presunto boss della camorra, Ettore Bosti, rinchiuso nel carcere di Cuneo in regime di 41 bis, ha cercato di mandare ordini all’esterno utilizzando un telegramma con frasi e parole messe in risalto con evidenziatori di colori diversi. Questo, almeno, è stato il sospetto dei giudici, che hanno bloccato l’invio della missiva.
Provvedimento confermato dalla Cassazione
Il provvedimento, spiccato dal magistrato di sorveglianza della città piemontese e confermato dal tribunale di Torino, è ora stato ratificato anche dalla Cassazione, che ha respinto il ricorso dell’uomo. L’episodio è del 2023. Ad attirare l’attenzione dei magistrati, come si legge nelle carte del procedimento, è stato “l’ampio utilizzo di evidenziatori colorati utilizzati limitatamente a frasi e parole specifiche”, cosa che ha portato a sospettare “un tentativo di trasmissione di messaggi criptici da parte del detenuto alla consorteria di appartenenza”.
La difesa del detenuto
Inutilmente l’uomo ha sostenuto – con tanto di documentazione – che era sua abitudine utilizzare gli evidenziatori e che non si trattava di qualche codice particolare. Il detenuto aveva ricevuto una lettera ‘trattata’ in modo molto simile.
La lotta contro le organizzazioni criminali
Questo caso dimostra come le autorità siano sempre più attente a individuare e contrastare i tentativi di comunicazione da parte dei detenuti, soprattutto quando si tratta di boss di organizzazioni criminali come la camorra. L’uso di metodi sempre più sofisticati da parte dei detenuti richiede un’attenzione costante e un’analisi accurata da parte delle forze dell’ordine e della magistratura.