L’amnistia approvata dal Congresso spagnolo
Il Congresso spagnolo ha approvato in via definitiva la legge di amnistia per gli implicati nel processo secessionista in Catalogna, dal novembre 2011 al novembre 2023. Il provvedimento, che revoca il veto apposto dal Senato, ha ricevuto 178 voti a favore della maggioranza progressista Psoe-Sumar, sostenuta dai partiti nazionalisti baschi e catalani e regionalisti, e 172 contrari dei partiti di opposizione, il Partito Popolare, quello di estrema destra Vox e il deputato di Upn.
Le implicazioni della legge di amnistia
La controversa normativa apre la strada al ritorno in Spagna dell’ex presidente catalano Charles Puigdemont, riparato all’estero nell’ottobre 2017 dopo la dichiarazione di indipendenza della Catalogna, dichiarazione poi annullata dalla Corte Costituzionale spagnola. Puigdemont, insieme ad altri esponenti del governo catalano, era stato condannato in contumacia per sedizione e malversazione di fondi pubblici.
Le reazioni all’approvazione della legge
L’approvazione della legge di amnistia ha suscitato reazioni contrastanti. La maggioranza progressista, guidata dal premier Pedro Sánchez, ha celebrato la decisione come un passo verso la riconciliazione e il dialogo in Catalogna. L’opposizione, invece, ha condannato la legge, accusando il governo di cedere al separatismo e di voler cancellare le responsabilità per i crimini commessi durante il processo secessionista.
Le sfide per il futuro
L’approvazione della legge di amnistia rappresenta un momento significativo per la politica spagnola. La decisione potrebbe contribuire a riaprire il dialogo tra Madrid e Barcellona, ma al contempo rischia di alimentare le tensioni tra le diverse fazioni politiche. Sarà fondamentale monitorare gli sviluppi futuri e valutare l’impatto che la legge avrà sul panorama politico spagnolo.