Graffiti di bambini a Pompei: un’infanzia tra gladiatori e cacciatori
Un gruppo di bambini pompeiani, armati di carboncino, ha lasciato la sua traccia sulla storia, disegnando gladiatori e cacciatori sui muri di un cortile di servizio nella casa del Cenacolo colonnato su via dell’Abbondanza. Questa scoperta, pubblicata sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, offre uno spaccato affascinante sull’infanzia nell’antica Roma.
I graffiti, che raffigurano scene di combattimento e caccia, ci restituiscono un’immagine vivida del mondo immaginario dei bambini pompeiani. Le loro fantasie, tradotte in segni semplici ma efficaci, ci parlano di un’infanzia intrisa di violenza, ma anche di fascino per il mondo esterno, per le sfide e le avventure. Non a caso, i bambini di Pompei hanno scelto di rappresentare scene di combattimento e caccia, due attività che facevano parte del quotidiano romano, sia in senso reale che simbolico.
Questa scoperta è particolarmente interessante perché ci permette di confrontare l’infanzia nell’antica Roma con quella dei nostri tempi. Anche oggi, i bambini sono attratti da giochi violenti e dai media che trasmettono immagini di violenza. La differenza, ovviamente, è che nell’antichità il sangue sparso nell’arena era vero, e che pochi vedevano un “problema” in tutto questo, con tutte le possibili ricadute sullo sviluppo psico-mentale dei bambini pompeiani.
Nuove scoperte nell’insula dei Casti Amanti
La scoperta dei graffiti è avvenuta nell’ambito di un progetto di restauro, scavo e accessibilità dell’insula dei Casti Amanti, un’area che da oggi è visitabile “dall’alto” grazie a un sistema di passerelle sospese. Il Parco Archeologico di Pompei, in collaborazione con il dipartimento di neuropsichiatria infantile dell’università Federico II a Napoli, ha avviato uno studio interdisciplinare per valorizzare i tanti dati nuovi emersi da questa area.
Oltre ai disegni dei bambini, sono stati documentati i resti di due vittime, una donna e un uomo, morti nei lapilli del Vesuvio davanti al portone chiuso della casa dei Pittori al lavoro (chiamata così in virtù del fatto che si stava ridipingendo al momento dell’eruzione). All’interno della casa, è venuto alla luce un piccolo cubicolo (“camera da letto”), allestito come studiolo in prossimità del tablinum (sala di ricevimento) della casa.
Tra le scene mitologiche, un quadretto singolare, senza confronti del repertorio vesuviano, con la rappresentazione di un piccolo bambino incappucciato, forse un figlio deceduto dei proprietari. Questo dettaglio aggiunge un tocco di commozione e di malinconia alla storia di questa casa, che ci racconta la vita quotidiana di una famiglia pompeiana prima della tragedia dell’eruzione.
L’importanza della ricerca interdisciplinare
La scoperta dei graffiti e delle altre novità nell’insula dei Casti Amanti è un esempio dell’importanza della ricerca interdisciplinare a Pompei. L’analisi dei graffiti da parte dei neuropsichiatri infantili permette di capire meglio il ruolo del gioco e dell’immaginario infantile nell’antica società romana. Lo studio dei resti umani e degli affreschi ci permette di ricostruire la vita quotidiana di una famiglia pompeiana e di capire come l’eruzione del Vesuvio abbia cambiato il loro destino.
Il Parco Archeologico di Pompei è impegnato in un progetto di ricerca interdisciplinare che coinvolge archeologi, storici, antropologi, e altri esperti per valorizzare i tanti dati nuovi che vengono alla luce ogni giorno. Questo progetto è fondamentale per capire meglio la storia di Pompei e per trasmettere ai visitatori un’esperienza più completa e significativa.
L’infanzia nell’antica Roma: un’immagine complessa
La scoperta dei graffiti di bambini a Pompei ci offre uno spaccato unico sull’infanzia nell’antica Roma. Mentre da un lato emerge un mondo di giochi e di fantasie, dall’altro è evidente l’influenza della violenza e della brutalità che permeavano la società romana. Questo ci ricorda che l’infanzia, in ogni epoca e in ogni cultura, è un momento complesso, caratterizzato da sfide e contraddizioni. L’analisi di questi graffiti ci aiuta a comprendere meglio il passato e a riflettere sul presente, sulle sfide che l’infanzia deve affrontare oggi.